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Latina. Lo stadio, i delinquenti e gli eversori. Antonio Pennacchi sull'Indipendente: «Perché allo stadio me dovrei dimenticare della Politica?»

È chiaro che anche a me - oltre ai petardi e ai motorini di S. Siro - danno fastidio le svastiche e gli striscioni dell'Olimpico. Ma da qui a dire che non si canta più Bandiera rossa e che Di Canio vale Lucarelli, ce ne passa. Va bene che t'abbiamo sdoganato, ma sempre fascista rimani: tu portasti il Paese alla guerra, e io no. Dice: "E la Russia? I gulag?". Qui stiamo in Italia - mica giocava la Dinamo Kiev - e erano laziali. Ti dovresti incazzare tu per primo, che sono più i voti che ti fanno perdere che guadagnare, gridando "duce, duce" a Lotito. Il Duce vero avrà fatto le guerre e le leggi razziali, però ha bonificato pure le paludi e costruito le città. Dice: "Embe'? Lotito non vuole fare lo stesso sulla Tiberina?". Sì, ma fuori piano regolatore. A me, però, più del nero dà fastidio il biancazzurro e non metterei fuori legge le sole scritte fasciste, ma tutta la Lazio, che peraltro ci si era già messa da sola, non pagando tasse ed altre amenità. E' la politica che - per bocca del premier - l'ha rimessa in lege con una Cirami apposta. Me lo stanno a fare a me, un mutuo ventitrennale per pagare le tasse. Mo' però arrivi e dici: "Fuori la politica dal calcio". Ti venisse un colpo. Fanno tutti le verginelle. Pure da Biscardi. Come le puttane della 148 alla processione di S. Maria Goretti. Mi frega assai, a me, che Di Canio saluta come gli pare: tu adesso, con la scusa sua, vuoi vietare a me di salutare come pare a me? Ma tu sei scemo, io pago il biglietto e allo stadio canto quello che voglio. Tu puoi mettere in campo i cartelloni della Coca Cola e la pubblicità sulle magliette, e io non posso mettere lo striscione di Stalin? Dice: "Ma il tuo m'offende". E a me m'offende la Coca Cola tua. A me - più del braccio levato, se pulito, di Di Canio - m'offendono i falsi segni di croce di chi magari si dopa, prima d'entrare in campo. Dice: "Ma la politica deve restare fuori dal calcio". E perché? In democrazia non era un dovere per tutti - l'arte più nobile - interessarsi della cosa pubblica? Perché allo stadio lo dovrei scordare? Forse perché la politica è sporca e il calcio pulito? Ma guarda un po' che fiori di virtù: non ci vogliono avere a che fare. Il presidente della Federazione però, Carraro, dopo avere perso mondiale ed europeo è ancora lì solo per politica. Quello di Lega, Galliani, diceva che non si sarebbe più ricandidato, ma sta ancora là e oltre che di Lega è presidente de facto del Milan, sodale del premier e boss di Mediaset, i cui contratti sul digitale, in odore di trust , pare arrivino al 2017. Agli altri presidenti che chiedevano incazzati: "Perché non ci hai detto niente?", rispose solo: "Non me lo avete chiesto". Hanno portato la B a 24 squadre, salvato il Catania per la destra e promosso la Fiorentina per la sinistra. Hanno sfasciato Tutto il calcio minuto per minuto. La Gea. Arbitraggi e guardalinee da tribunale dell'Aja. Fideiussioni e passaporti falsi. Plusvalenze. Il dottore della Juve che dopa i giocatori - però nessuno sa niente, Vialli è a Sky e il figlio di mignotta è Zeman che ha fatto la spia - e l'allenatore, Lippi, è promosso in nazionale. "Ma da adesso basta: chi non si sottopone ai controlli non viene più convocato", eccetto Gattuso naturalmente: "Lui è una perla del Milan e della nazionale", e di Galliani; per lui non fa niente: "Abbiamo scherzato". E tu dici a me - che ho pure pagato il biglietto - che non ti debbo insozzare il calcio con la politica? Ma vaffanculova', altro che petardi e motorini. Gli eversori non stanno in curva, ma in tribuna d'onore.

Antonio Pennacchi


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