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Roma. Il Mercante Di Venezia. Flavio Bucci: «Uno Shylock maestoso, ironico, tragico nella capacità di essere deriso dai veri mediocri del tempo»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Flavio Bucci. Il suo camerino è piccolo, disadorno, buio. Gli abiti di scena sono appesi sulla piccola parete di fronte allo specchio. Tre sedie di diversa fattura riempiono completamente lo spazio. All'interno un uomo dal volto segaligno, pelle scura, occhi profondi. È Flavio Bucci, la cui grande personalità e professionalità straripano da quelle mura. Lo abbiamo incontrato in occasione dello spettacolo "Il Mercante Di Venezia", in scena la teatro Ghigne fino al 24 aprile. La semplicità e intelligenza dell'attore si proiettano sulla scena in una magistrale interpretazione. Il suo Shylock è maestoso, ironico, tragico nella capacità di essere deriso dai veri mediocri del tempo. Bravi anche gli altri attori, ma Bucci penetra come un dardo. Non recita ma è. La storia parla dell' ipocrisia, la cifra più chiara del mondo veneziano di Bassanio, di Graziano, del Doge tutto intento a preservare il rapporto di utilità-emarginazione fra nobiltà e ghetto ebreo. Shylock, tra angoscia e solitudine, vive il suo processo come un incubo, alla merce delle leggi che Porzia enuncia, una dopo l'altra a stringere l'ebreo nella morsa che lo distruggerà, lì davanti a tutta Venezia, col beneplacito del Doge complice. Ed a Shylock cos'altro rimane. Irrompere d urante il banchetto finale e rovinare il "vissero così tutti felici e contenti", gridando in faccia tutti la loro ipocrisia, la loro falsità, la loro corruzione.

Elisabetta Rizzo

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