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Latina. 25 aprile, un valore. Alberto Cardosi (PdCI): «La cultura revisionista della pacificazione mette sullo stesso piano vittime e carnefici»

I sessant'anni della Liberazione rappresentano una data importante per ricordare l'atto finale dei cruenti anni di guerra che ci liberarono dal regime fascista e dalla occupazione nazista e che portarono alla nascita della Repubblica democratica, cui i Comunisti d' Italia hanno contribuito in modo significativo e vitale. La partecipazione dei comunisti al processo di democratizzazione del nostro paese, accanto ad altre numerose forze, è passata per la resistenza armata ed è poi stata riconfermata dalla partecipazione politica alla Assemblea Costituente, di cui ha fatto parte con pieni diritti. E' così che il PCI non ha mai messo in discussione il sistema istituzionale del nostro paese, decisione già delineata nella "svolta di Salerno" con Togliatti. La lotta di Resistenza al nazismo e al fascismo si pongono come crocevia storico non solo per il nostro paese e ricordarlo è un dovere politico e umano, soprattutto in una fase di aspro revisionismo storico come quello che stiamo attraversando, mascherato da una cultura della pacificazione in cui tutto è uguale a tutto: le vittime uguali ai carnefici. In questo senso non è accettabile la equiparazione dei repubblichini fascisti (alleati dei nazisti) ai nostri partigiani: la provenienza territoriale - in questo caso, l'italianità- non si può assumere come unica misura delle azioni degli uomini, dei partiti, dei gruppi. Ciò che fa sentire gli uomini simili e vicini, modelli cui ricollegarsi nel presente, sono le idee e i valori, non basta, ripeto, un'appartenenza solo territoriale: ci sono stati italiani per il fascismo e la monarchia ed italiani per la democrazia e la libertà, come in Spagna nel '36 , in Cina e in altri Paesi. Le idee non sono equiparabili. Ancora oggi, da noi, si pone la questione della resistenza, una resistenza non più armata ma politica, culturale e operativa: ricordiamo il diritto al lavoro, la laicità dello Stato, le garanzie sociali, la libertà scientifica sullo sfondo di grandi scelte europee e globali nuove, in certo modo, rispetto a sessant'anni fa. Si tratta soprattutto di ricostituire un tessuto civile e sociale che appare fortemente compromesso, la difesa delle istituzioni: assistiamo con troppa indifferenza all' uso spregiudicato di maggioranze che ribaltano i rapporti di forza tra le istituzioni senza idonne garanzie democratiche e costituzionali: tra queste, il rafforzamento dell' Esecutivo attraverso il potere di scioglimento delle Camere da parte del Primo Ministro, appare l'elemento più grossolano e pericoloso.

Alberto Cardosi


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