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Latina. Stato dell'Ambiente. Stefano Galetto: «Uno strumento, realizzato su basi scientifiche, che fa una fotografia dello "status quo"»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Stefano Galetto, Assessore alla Tutela e Valorizzazione del Territorio del Comune di Latina, in occasione della presentazione del 1° Rapporto sullo Stato dell'Ambiente (RSA), un atto che fotografa le condizioni ambientali del territorio, così come previsto dall'Agenda 21, il documento programmatico firmato a Rio de Janeiro nel 1992 da circa 180 governi nazionali, che indica strategie, obiettivi, azioni ed attori coinvolti nell'attuazione dello Sviluppo Sostenibile. L'ambiente nel territorio di Latina è a forti criticità. Quale lo stato attuale? «Questo RSA riveste un ruolo importante, non solo per il suo contenuto. Per la prima volta il nostro territorio (non solo la nostra città) si dota di uno strumento, realizzato su basi scientifiche, che fa una fotografia dello "status quo", non soltanto per quanto concerne l'aspetto ambientale in senso stretto, ma anche per quanto concerne l'aspetto socio-economico-culturale, quindi in senso più lato. Sono state individuate una serie di criticità, ma l'importanza di questo documento non deriva solo dal suo contenuto, ma anche dal modo in cui è stato partorito: è stato redatto da una serie di tecnici interni e da consulenti esterni all'amministrazione, ma nasce anche da un confronto tra questi tecnici ed i cosiddetti "stakeholders", cioé tutti quelli che rivestono un ruolo aggregativo in questa città, come i rappresentanti del territorio, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, le associazioni di volontariato, le associazioni ambientaliste, e tutti coloro che vivono l'aspetto della tutela ambientale nella propria quotidianità. Il documento non appartiene all'amministrazione (e quindi a chi la governa in quel dato momento, ad una coalizione politica piuttosto che un'altra), ma il concetto stesso di condivisione della decisione da parte dei corpi intermedi della società fa sì che questo documento e gli indirizzi che nello stesso sono contenuti, divengano patrimonio dell'intera collettività». In cosa si tradurrà praticamente questo documento? Quali saranno le azioni più immediate del Comune di Latina in materia di tutela dell'ambiente e di sviluppo sostenibile? «L'Agenda 21 prevede diversi step: prima il Rapporto sullo Stato dell'Ambiente e poi il piano di azione. Questo non vuol dire che in questi mesi ed anni siamo stati in attesa del risultato, anche perché le criticità che emergono sono chiare e sono emerse già da tempo, per cui una serie di interventi da questo punto di vista, l'Amministrazione li ha già portati avanti: penso al Piano Urbano del Traffico, penso alla Zonizzazione Acustica (una sorta di piano regolatore generale dei rumori in questa città), penso ad una serie di interventi tesi a potenziare ed incrementare la raccolta differenziata (come le campagne all'interno delle scuole di ogni ordine e grado), penso ad una strategia (che ancora non ha dato i suoi risultati concreti) per la bonifica di alcuni siti industriali dismessi (come l'ex SVAR, dove si sta pensando di bonificare per creare un'area di edilizia residenziale pubblica), penso ad una serie di interventi di pianificazione urbanistica della nostra città portati avanti all'insegna dello sviluppo sostenibile, e rispettando i paletti di Agenda 21, come i contratti di quartiere o il concorso internazionale di idee per la Marina di Latina, che di fatto sono strumenti di pianificazione urbanistica. Una serie di interventi anticipatori di quello che è il piano di azione che, attraverso questo forte confronto tra associazionismo ed Enti Locali, andremo a produrre da qui a poco tempo». Lo sviluppo sostenibile si sposa anche con uno dei grandi progetti che ha in campo il Comune di Latina, ovvero la portualità dell'ing. Noli? «Si, perché lo sviluppo sostenibile pone dei paletti rispetto a qualsiasi forma di pianificazione, all'interno dei quali devono stare quelli che poi la pianificazione la applicano».

Andrea Apruzzese

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