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Latina. Le sfide sul tappeto. Riforme istituzionali, economia, libertà civili, laicità. Daniele Capezzone (Radicali): «Tutto sarà lasciato a morire?»

«Verrebbe da dire: molto rumore per nulla». Scrive Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani: «In tanti, infatti, al di là delle risse passate (sulle poltrone pesanti) e di quelle future (su Rai e Authority), vorrebbero capire per quali ragioni politiche Fini e Follini minacciarono la crisi già in estate, e poi la crisi non la fecero più. Oppure per quali ragioni politiche Giulio Tremonti uscì dal Governo, salvo essere issato poco dopo alla vicepresidenza di Forza Italia, e adesso addirittura alla vicepresidenza del Consiglio (bisognerà chiamarlo bi-Vicepresidente...). Oppure per quali ragioni politiche verrà votata al "Berlusconi-due" quella fiducia che pareva negata al "Berlusconi-uno". Insomma, quali sono i temi politici (gli argomenti concreti, le riforme) su cui si svolge la discussione, sempre ammesso che una discussione politica ci sia? Per la verità, a me pare che in questi anni la Cdl abbia fatto di tutto per mettersi in minoranza.
1. I suoi elettori chiedevano una riforma istituzionale che riducesse il peso e il ricatto dei vecchi partiti? Niente: si preferisce il proporzionale, e ci si è intestarditi su quella devolution che è (legittimamente, per carità!) il cavallo di battaglia della Lega, ma è a mala pena condivisa dal 15-20% degli elettori di due o tre Regioni.
2. I suoi elettori chiedevano una modernizzazione economica del paese? Niente, si è mandato in tv un Tremonti sempre più somigliante a Bertinotti (ma -un filo- meno elegante, e -più di un filo- meno simpatico), per scagliarsi contro il "mercatismo mondialista", mentre -contemporaneamente- si sono fatti ingrassare i forestali calabresi, e sono state accusate della crisi dell'Alitalia (nientemeno!) le compagnie aeree a basso costo. Roba da pazzi.
3. I suoi elettori chiedevano una riforma della giustizia che tagliasse davvero le unghie al partito dei PM? Niente. Leggine a go-go per familiari e famigli, ma nessuna separazione delle carriere, nessuna responsabilità civile dei giudici, e così via.
4. I suoi elettori sono (in larghissima misura) laico-riformisti, tolleranti, liberali? Niente. Al contrario, una vera e propria crociata, con alla testa -nuovi Goffredo di Buglione- i Sirchia, i Giovanardi e i Volontè, contro divorzio, aborto, libertà di cura e ricerca, fecondazione assistita.
Ora, operare in questo modo significa matematicamente mettersi in minoranza, chiunque siano gli oppositori. Anzi, significa attirare su di sé così tanta disillusione, da consentire a quegli altri di passarla liscia, facendo dimenticare a tutti che, dall'altra parte, non c'è mica Tony Blair, ma pur sempre Pecoraro, Mastella, Marco Rizzo e Rosy Bindi. Queste sfide restano tutte sul tappeto. Qualcuno saprà o vorrà raccoglierle?»

Andrea Apruzzese


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