Parvapolis >> Politica
Latina. Come uscire dalla palude dei partiti. Daniele Capezzone: «Alle persone di buona volontà: perché non rilanciare il proporzionale?»
Intervento di Daniele Capezzone su Notizie Radicali, il quotidiano
telematico di Radicali italiani. Il segretario di RI anticipa dunque sull'organo
del movimento una proposta alle "persone di buona volontà" nei e dei due Poli: l'ipotesi di un rilancio referendario antiproporzionale.
Vedo in giro molto entusiasmo per l'idea di un "partito unico della Cdl": entusiasmo al quadrato, poi, come ci si fa osservare, dinanzi all'"analogo meccanismo" attivatosi con la lista unica dell'"Ulivo" all'interno dell'"Unione".
Sono francamente esterrefatto di come si possa ritenere tutto ciò minimamente innovativo rispetto alla situzione attuale senza una riforma elettorale integralmente maggioritaria, ad un unico turno, e ovviamente priva di recuperi proporzionali.
In quel contesto, infatti, ci troveremmo dinanzi ad un bipartitismo finalmente compiuto e a un meccanismo di "party government", con il partito vincitore e il suo leader chiamati ad assumersi all'anglosassone la responsabilità dell'esecutivo.
Ma, in mancanza di ciò (e cioè persistendo l'attuale Mattarellum, o anche intervenendo i pasticcetti di riforma elettorale di cui s'è parlato finora), cosa accadrà in concreto? Previsione facile. Si formeranno sì i due "partitoni", ma al loro fianco, in ciascuno schieramento, permarranno altri cinque-sei partiti tanto famelici nel reclamare collegi, quanto rissosi tra loro (anzi, bisognosi di differenziarsi, perché solo nella differenza troveranno ciascuno il senso della loro esistenza, il proprio "ubi consistam"). Insomma, a sinistra, accanto alla lista unica dell'Ulivo, almeno altre 5 parrocchie: Rifondazione, Comunisti italiani, Di Pietro, Verdi e Mastella. E a destra lo stesso, con, a fianco del "partitone", almeno altri quattro "soci": la Lega, i democristiani (che non si faranno certo fagocitare: anzi, avranno tutto l'interesse a differenziarsi a loro volta), qualche coccio laico-socialista, più altri frammenti di destra etrema (Mussolini, Rauti, ecc.)
E già le prove generali si sono avute nel corso delle ultime "consultazioni-lampo" al Quirinale, che hanno visto la partecipazione di ben 24 (ripeto: 24!) delegazioni, mentre la delegazione del "partito unico" della sinistra vedeva 25 (ripeto: 25!) membri, che non sono comunque bastati ad evitare che Di Pietro, Bertinotti, Mastella, Diliberto e gli altri andassero, come volevasi dimostrare, per conto proprio.
I due maggiori schieramenti hanno la responsabilità, ancora nel 2000, di avere determinato il mancato raggiungimento del quorum in occasione del referendum radicale per l'abolizione della quota proporzionale. Rimase celebre, in quella occasione, la doppia esternazione di Berlusconi: "sono referendum comunisti" (1), e "queste riforme non si fanno con l'accetta referendaria, le farò io dopo" (2).
A questo punto, dalle colonne di Notizie Radicali, lancio una proposta alle persone di buona volontà dei e nei due Poli: perché non lanciare un nuovo referendum contro il proporzionale? I quesiti già ci sono, e sono anche passati al vaglio della Corte Costituzionale. In autunno si potrebbero raccogliere le firme, per garantire di nuovo al paese un'opportunità di Riforma, conto l'attuale mefitica palude dei partiti».
Elisabetta Rizzo
|