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Fondi. Almirante, riabilitazione impossibile. «Vorrebbero intitolargli una strada, ma è un fascista troppo legato a nazismo e razzismo...»
Il Segretario cittadino della Sinistra Giovanile ha scritto una lettera aperta al Sindaco
Parisella in relazione alla proposta di intitolare alcune strade a personaggi troppo legati
alla "vergogna fascista".
«Le cito le gesta di uno su tutti: Giorgio Almirante, è bene ricordare che è stato, nel corso della prima repubblica, il più importante esponente del Movimento Sociale Italiano, partito di chiara ispirazione fascista
A Roma. inizia la sua carriera come cronista presso il quotidiano fascista “Il Tevere” dove lavora fino al 1943 e di cui fu caporedattore. Contemporaneamente, dal 1938 al 1942, collabora alla rivista “La difesa della razza” come segretario di redazione.
Diverse le tesi da egli sostenute in tale rivista. In primo luogo fu sua preoccupazione la penetrazione delle tesi razziste provenienti dalla Germania, che già avevano portato all'approvazione nel 1938 delle leggi razziali, e che faticavano ad imporsi nella società italiana dove erano percepite come un elemento estraneo alla cultura nazionale forzatamente introdotto in Italia. All'accusa strisciante che il regime si stesse appiattendo sempre più sulle posizioni naziste Almirante, già nell'ottobre del 1938, rispondeva che "il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l'Italia abbia mai tentato. Chi teme ancor oggi che si tratti una imitazione straniera non si accorge di ragionare per assurdo: perché è veramente assurdo sospettare che il movimento inteso a dare agli italiani una coscienza di razza […] possa servire ad un asservimento ad una potenza straniera".
Ancora nel maggio del 1942 Almirante, nell'articolo "Contro le pecorelle dello pseudo-razzismo antibiologico", ribadiva l'adesione del regime alle tesi razziste rispondendo alle accuse che esse fossero un corpus estraneo alla cultura cattolica e nazionale: "Noi vogliamo essere, e ci vantiamo di essere, cattolici e buoni cattolici. Ma la nostra intransigenza non tollera confusioni di sorta […] Nel nostro operare di italiani, di cittadini, di combattenti – nel nostro credere, obbedire, combattere – noi siamo esclusivamente e gelosamente fascisti. Esclusivamente e gelosamente fascisti noi siamo nella teoria e nella pratica del razzismo".
Dopo aver partecipato alla campagna d'Africa, con l'armistizio dell'otto settembre e la successiva creazione della Repubblica Sociale Italiana, Almirante passa a Salò arruolandosi nella Guardia Nazionale Repubblicana con il grado di capomanipolo. Successivamente, dopo aver ricoperto i ruoli di capo di gabinetto del ministro della Cultura popolare e di attendente di Mussolini, passa al ruolo di tenente della brigata nera dipendente dal Minculpop, come veniva chiamato il Ministero della cultura popolare. In questa veste, al pari delle altre camicie nere, si impegnò nella lotta ai partigiani in particolare in Val d'Ossola e nel grossetano. Qui, il 10 aprile 1944, fece affiggere un manifesto, da lui stesso firmato, con cui imponeva la coscrizione militare precisando che "tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuorilegge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena".
Giorgio Almirante non ha mai accettato e fatto propria la Costituzione della Repubblica Italiana, egli è rimasto sempre orgogliosamente fascista e nostalgico della dittatura fascista.
Non possiamo dimenticare cos’è stata la Repubblica di Salò: “La Repubblica di Salò nasce in un frenetico balletto di consultazioni e di ambizioni conflittuali tra i gerarchi del dissolto regime, sotto la diretta supervisione tedesca e in un contesto di subordinazione alle esigenze militari ed economiche del Reich. Il progetto tedesco di "satellizzazione economica e politica" dell’Italia si manifesta fin dai primi giorni che seguono l’armistizio dell’8 settembre, con un Paese ridisegnato in diverse realtà politico-amministrative e con un solo denominatore comune: l’asservimento alle esigenze belliche dell’occupante. Di questo progetto la Repubblica di Salò costituisce il necessario paravento diplomatico e propagandistico, con una forza militare del tutto subalterna ai tedeschi. “
E non dimentichiamo quell’orribile vergogna che furono le leggi razziali!
Intitolare una strada ad un simile personaggio, è un oltraggio a tutte le persone che hanno dato la vita per liberarci dal terrore Fascista e Nazista, noi non tollereremo un simile atto, e siamo pronti a dare battaglia a tutti i livelli.
Purtroppo in questi ultimi periodi Fondi è vittima di una “strana campagna ideologica”, che ci preoccupa seriamente, basta pensare al volantino che è stato distribuito in Piazza dalla base giovanile di “Alleanza Fondana in occasione della Festa Della Liberazione, il 25 Aprile, definendola “Fantomatica”,”giorno infausto di lutto e di vergogna” dove” eroici partigiani si distinsero soprattutto per la loro viltà, assassinando indiscriminatamente migliaia di italiani.” “E che si racconti la storia vera, non quella falsata deliberatamente dagli "storici" di regime” “E che si ricordino quei giovani che, compiendo la scelta dell'onore, aderirono alla Repubblica Sociale Italiana, e combatterono e si sacrificarono per la Patria e l'indipendenza nazionale!”.
Ciò che più ci meraviglia è l’assoluto silenzio della sua amministrazione, che non condanna simili atti, inoltre siamo costretti a prendere atto che Fondi è stato uno dei pochissimi comuni che non ha sentito il bisogno di ricordare la Festa della Liberazione.
Colgo l’occasione per segnalare le Norme di attuazione della XII disposizione transitoria
finale
(comma primo) della Costituzione:
"1. RIORGANIZZAZIONE DEL DISCIOLTO PARTITO FASCISTA
Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista".
Nella speranza che si prendano seri provvedimenti, colgo l’occasione per augurarle buon lavoro».
Mauro Cascio
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