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Roma. Primo maggio, il giorno dopo. Enzo Jannacci: «La prima volta che ho sentito sta musica stavo tornando a casa. Che ci faccio qua?»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Enzo Jannacci, il grande festeggiato
sul palco del primo maggio.
«Son preoccupato.
Non tanto perché le celebrazioni invecchiano. Ma sono preoccupato
anche per tutta questa gente. 500000 persone sono tante, eh.
Se va qualcosa storto qua è uno Tsunami»
Avete provato in 3 minuti. Tutto in nome dell'improvvisazione.
«Sì, è stato un mezzo happening. Credo che abbiamo provato il giusto».
E avete suonato con un hammond originale... «Sì, abbiamo avuto
un'attenzione particolare dal punto di vista musicale. Per recuperare
le sonorità degli 70 di contro alla musica digitale e campionata
tanto in voga oggi. Anche Daniele Silvestri fa cose egregie, eh. Ma
bisogna saper suonare. Conoscere lo strumento. Conoscere le tastiere.
E basta». Qual è l'artista di questo primo maggio che le è piaciuto
di più? «La prima volta che sono venuto qui, due anni fa, la prima
tentazione che ho avuto è stata quella di girarmene e andarmene
a casa. Che ci faccio io qua? Poi, per carità, se uno ascolta
qualcosa di buono trova. Ecco, io... quando? proprio due anni fa,
mi pare, ho scoperto Daniele Silvestri. Oh, ma qua parlo sempre
di Daniele Silvestri io?».
Glauco Di Mambro
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