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Latina. Libertà di ricerca scientifica. L'Associazione Luca Coscioni sul Referendum del 12-13 giugno: «Un segno forte contro l'Italia oscurantista»

L’esito dei referendum del 12-13 giugno realizzerà - in positivo o in negativo - una svolta storica per il nostro Paese, in particolare rispetto all’affermazione della libertà di coscienza e di ricerca scientifica, della libertà di manifestazione del pensiero e della libertà religiosa. In caso di mancato raggiungimento del quorum, le burocrazie partitiche e vaticane che hanno lanciato l’offensiva antireferendaria - occupando sia le istituzioni che i mezzi di informazione - ne riscuoteranno i dividendi in termini di ulteriore soffocamento degli spazi di libertà personale, civile e politica dei cittadini italiani, e in particolare dei cittadini cattolici. In caso di successo referendario, si apriranno invece scenari e prospettive di riforma laica e liberale, anche se dovremo prepararci a battere i tentativi di tradimento della volontà popolare e della Costituzione, come già accaduto tante volte in passato con i successi referendari, dall’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti alla riforma elettorale maggioritaria. «Per questo», dicono dall'Associazione radicale Luca Coscioni, abbiamo deciso, di promuovere un grande appuntamento pubblico che sia in grado di immaginare e realizzare - subito dopo il voto referendario - risposte adeguate. Dal 17 al 19 giugno vogliamo riunire a Roma un’assemblea che sarà convocata solo se sarà garantita la presenza di almeno 1.000 partecipanti, cioè di mille persone che, entro domenica 5 giugno, ci abbiano fatto pervenire il preannuncio della partecipazione e il versamento di almeno 50 euro. E questa condizione di mille partecipanti è posta proprio per garantire che si tratti di un’assemblea capace di assumersi in modo non velleitario impegni ed obiettivi all’altezza della situazione post-referendaria. Trentuno anni fa, nel 1974, il successo referendario sul divorzio aprì la porta non solo ad altre conquiste storiche (la legalizzazione dell’aborto, e quindi la sconfitta della piaga dell'aborto clandestino; la riforma del diritto di famiglia; il voto ai diciottenni...), ma fece scoprire al mondo un'Italia diversa, di cui tanti neppure sospettavano l'esistenza. La stampa internazionale titolò su un'imprevista e bellissima Italia laica e occidentale, emancipata da ipoteche oscurantiste, autoritarie, antimoderne. Anche stavolta l'attenzione sarà fortissima. Di cosa parlerà il mondo il 14 giugno? O di un’Italia che si sarà confermata all’altezza di quelle acquisizioni civili, rinnovando una tradizione di tolleranza, e facendo conquistare a tutti (anche agli sconfitti nel voto) una libertà in più; oppure, per la prima volta dopo decenni, della riscossa, della prepotente rivincita di una minoranza fondamentalista, incapace di convincere la maggioranza dei cittadini (e meno che mai, dei cattolici italiani), ma in grado - questo sì - di far vincere un riflesso di indifferenza, di disinteresse, di astensione. Altre volte nella storia, la "piccola" e "marginale" Italia ha regalato al mondo cose rilevanti, incluse grandi tragedie. Anche stavolta, la posta in gioco non è e non sarà solo italiana: può partire dall’Italia, in un senso o nell’altro, un messaggio davvero globale. Nessuno scontro tra "laici" e "cattolici", dunque: anche perché, in tutti questi decenni, i cattolici italiani hanno sempre votato dalla parte delle libertà, distinguendo tra le proprie personali opinioni e la necessaria laicità delle leggi dello Stato. Ma un confronto duro tra i liberali da una parte (laici e credenti), e gli integralisti dall’altra, desiderosi di imporre una coincidenza tra "peccato" e "reato", tra "articoli di fede" e "articoli di legge". Ecco perché è necessario e urgente, in entrambi i casi, prepararsi a governare politicamente gli esiti del voto referendario. E i "mille" concreti preannunci di partecipazione costituirebbero la garanzia anche di presenze "altre" rispetto a quelle che da settimane o da una vita assicurano le risorse umane ed economiche per l’iniziativa radicale: l’assemblea infatti si terrà solo se insieme a loro ci saranno, ad esempio, centinaia di donne e uomini delle scienze e della cultura, di credenti, di ricercatori ed accademici, di medici e persone malate che - come Luca Coscioni - scelgano di fare della propria situazione di debolezza fisica una occasione e una condizione di forza politica, cittadine e cittadini non rassegnati al degrado politico, civile e democratico in atto».

Elisabetta Rizzo


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