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Latina. Reti Rai, quel che resta dell'obiettività. Il servizio pubblico da sempre lottizzato. Rai3 l'oasi felice dei comunisti. «Puntiamo alla qualità»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS
Paolo Ruffini, direttore di Rai 3. L'obiettività è uno dei miti di cui
spesso molto giornalismo si autoalimenta non è ben chiaro se per illudersi o per
darsi un tono con gli altri. Metti la Rai per esempio.
La Rai è, fin dalla sua
creazione nel 1954, fortemente politicizzata in seguito al tradizionale
fenomeno della "lottizzazione", che consiste nell'assegnare una rete a
ciascuna delle grandi correnti politiche. Nei primi anni della RAI, la
maggioranza politica era dominata dai democristiani. Successivamente, in
seguito all'evoluzione politica del paese verso il centro-sinistra e allo
sviluppo della Rai, la " lottizzazione " è apparsa come un mezzo per
garantire il pluralismo del servizio pubblico. RAI 1 era assegnata ai
democristiani, Rai 2, creata nel 1961, ai socialisti e RAI 3, creata nel
1979, ai comunisti. Questa tradizione si riflette anche nel Consiglio di
Amministrazione della Rai, composto da cinque membri : tre membri della
maggioranza e due dell'opposizione. Questa pratica ha però creato una
dipendenza diretta del servizio pubblico dal potere politico, oltre che una
forte politicizzazione dei giornalisti e dei dirigenti della Rai. Oggi, sono
in molti a deplorare che per lavorare alla televisione di stato conti più
l'appartenenza politica delle competenze strettamente professionali.
Ruffini riconosce che Rai3 continua ad essere la "riserva indiana" della sinistra
comunista.
«Non posso mai dimenticare che la prima cosa che feci da direttore è stata la conferenza
di presentazione della Festa dei lavoratori del primo maggio». Ci furono polemiche
riguardo la trasmissione in differita dell'evento... «Sì, si invocava la par condicio,
considerato che si era alla vigilia delle elezioni e che c'era una delicata situazione
internazionale». Lei però non fu d'accordo... «Non ritenevo che la diretta potesse pregiudicare
la par condicio».
Intanto Rai3 macina consensi e successi. È l'unica rete Rai che avanza, mentre Mediaset
si avvia a consolidare la leadership.
«A troppi manca il sorriso, noi riprendiamo la via della leggerezza, molto importante
anche per la tv». E mentre gli altri vanno in vacanza sfornando repliche, Raitre
sperimenta novità. Vincendo.
Glauco Di Mambro
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