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Latina. Arte e Memoria. Giano Accame: «Oggi la pittura è meno rappresentativa di altre forme di arti. Pensiamo alla potenza di cinema e Tv»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giano Accame, giornalista e storico. Una mostra sulla prima guerra mondiale. Che dire tra i rapporti tra Arte e storia? «L'Arte ha sempre contribuito molto nella ricerca storica e gli eventi storici hanno sempre influenzato l'arte. Nella fattispecie la grande guerra ha silenziato le avanguardie e ha comportato di fatto un ritorno all'ordine. In questa mostra c'è un quadro su Robertino Sarfatti, che segna un ritorno al realismo. Gente come Sirroni, come Soffici, come Rosai alla fine della guerra ricominciarono a dipingere la natura». Nell'arte sono rispecchiati gli errori della storia? «Pensiamo al romanzo, alla poesia. Spesso sono l'espressione più viva e vera di una sana ed alta filosofia. Pensiamo ad Ungaretti. Ecco, questa mostra non è una celebrazione della guerra ma un'apologia dell'eroismo e del senso del sacrificio». Oggi esistono pittori capaci di rappresentare la drammaticità della storia? «Oggi la pittura è meno rappresentativa di altre forme di arti. Una volta la critica d'arte era sempre presenti nei giornali. Oggi no. Oggi non c'è giornale che non si occupi di gastronomia. Oggi per parlare di realtà e per colpire la fantasia cinema e tivvù hanno preso il sopravvento».

Andrea Apruzzese

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