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Latina. Arte e Impresa. Gabriele Perretta: «Nel medialismo abbiamo tanti filoni di ricerca, dal lavoro sull'immagine alla tecnologia»

Ai microfoni di ParvapoliS Gabriele Perretta, critico d'arte e curatore dell'esposizione promossa da Assindustria Latina, "Fabric'art - I mestieri di Ergon" che, dal 7 al 23 maggio presso Palazzo "M" a Latina, presenterà diciotto esperienze artistiche internazionali della corrente del "medialismo". Come si può definire questa corrente? «È un movimento artistico nato nella seconda metà degli anni Ottanta e raccoglie diverse entità artistiche e ricerche che vanno dal lavoro sull'immagine al lavoro nel campo delle installazioni interattive: questa mostra è infatti una proiezione di questo discorso e raccoglie due canali di ricerca. Il primo è legato più alla ricerca sull'immagine e quindi è esposto in queste immagini molto grandi, bidimensionali, su questi grandi banner realizzati da artisti che hanno lavorato e hanno ricercato attraverso questi loro file una particolare elaborazione dell'immagine, l'hanno analizzata, l'hanno sfaccettata, spezzettata, ricostruita e ricomposta. L'altro canale della mostra è invece legato alle installazioni interattive dove, per esempio nel caso di Ezio Cuoghi, o nel caso di Tullio Brunone, si tratta di ricerche tecnologiche avanzate vere e proprie dove c'è un lavoro sul software, non solo sulla forma o sull'oggetto: i programmi informatici che contengono, sono piegati a questo procedimento e quindi accolgono la capacità dello spettatore di interagire con la macchina e restituiscono in qualche modo un'immagine, che in questo caso è un'immagine-bolla e nell'altro caso è un vero e proprio "ritratto"». Non è quindi soltanto la tecnologia che entra nell'arte, ma, direi, è proprio lo stesso fruitore dell'opera che entra e diventa protagonista dell'opera stessa? «Esatto, era una prospettiva che le avanguardie storiche all'inizio del Novecento si erano posta come un'utopia. La tecnologia, alla fine del Novecento e all'inizio dei nostri anni, ha avuto la capacità di realizzarla in pratica, per cui non abbiamo più la possibilità virtuale di avere lo spettatore all'opera, ma abbiamo la realizzazione definitiva in tempo reale di vedere lo spettatore all'opera». L'esposizione è corredata di un ampio catalogo, curato sempre da Perretta, che presenta monograficamente ciascuno dei diciotto artisti partecipanti. Edito dalla Mimesis di Milano, "I Mestieri di Ergon: visioni, oggetti" è anche un viaggio nella metamorfosi dei mestieri dell'arte e nella società contemporanea.

Andrea Apruzzese

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