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Latina. Appello alla cultura di destra. Pennacchi sull'Indipendente: «Sul parcheggio sotto la piazza Zaccheo non ignori i vaffanculo popolari»

Chiedo agli uomini di cultura della destra di volersi adoperare con pensieri, appelli, parole ed opere per spiegare ai fasci di Latina che il mito di Littoria non è proprietà loro, privata, ma appartiene alla comunità nazionale e all'arco intero delle generazioni. Non possono quindi venderlo al pubblico incanto. Questi invece insistono a voler realizzare un parcheggio sotterraneo sotto piazza del Popolo, già piazza del Littorio. Due piani sotto terra a project financing. "Perché proprio là?", chiede la gente: "Vallo a fa' da un'altra parte", essendo disponibili numerosissime altre aree. "Perché il privato lo vuole fare là", risponde l'amministrazione, "sennò non caccia i soldi". "E tu digli al privato d'andàffanculo", concludono tutti. Ma la giunta no, non ci vuole sentire: "Poi rimontiamo tutto quanto pietra per pietra, pure la fontana con la palla che sta in mezzo alla piazza, come a Assuan". Mica si rendono conto che tra vero e rifatto - ovvero finto - c'è qualche differenza. In quel prosastico "vaffanculo" popolare si racchiude in realtà una complessa e articolata intuizione estetica di natura magico-religiosa: "Questa è un'area sacra, tu non la devi toccare perché sotto la terra su sui poggia la fontana e la pavimentazione della piazza c'è l'anima della città, l'anima dei fondatori, dei poveri mortacci nostri venuti qui da tutta Italia a bonificare le paludi: loro non stanno al cimitero, stanno qua sotto, e se tu tocchi la piazza tocchi loro". Dice: "E tutto questo a Latina lo dite con un vaffanculo?". Sì, siamo gente di frontiera e la nostra è pensée sauvage, intuizione lirica globalizzante. Valentino Orsolini Cencelli - il deus ex machina della bonifica fascista - racconta che l'inaugurazione della città, con l'incontro di massa tra Duce e coloni in quella piazza, era fissata per il 18 dicembre 1932, ma "visto la stagione, venimmo notevolmente ostacolati dalle piogge, tanto che fu dubbio se si potesse mantenere tale data che, fra l'altro, era stata diramata attraverso gli inviti. Il 17 dicembre il quadro era desolante e preoccupante, anche perché i canali di bonifica erano al massimo livello, sì che temetti che potessero straripare e la piazza di Littoria divenire un pantano vero e proprio. I camion che trasportavano la pietra per la massicciata, affondavano e non riuscivano più a muoversi. Allora diedi ordine che tutti i trattori fossero prelevati dal loro parcheggio e messi a rimorchiare i camion. Quando, verso le dieci della sera, lasciai la piazza, la massicciata era stata eseguita per meno della metà e si stava incominciando a trasportare il pietrisco per la cilindratura". (È dopo che se ne è andato lui, evidentemente, che deve essere affondato il camion di cui favoleggia la voce popolare: lo avrebbero lasciato sotto e ricoperto, sta ancora là, sotto la fontana; ma sono leggende. Dice: "Vabbe', mo' scaviamo e vediamo se c'è". Eh no, non lo voglio sapere. Il mito è fatto pure di dubbio. Se poi il camion non c'è, a me che mi rimane? Mi levi pure il mito?) Comunque, conclude Cencelli: "Il 18 mattina, quando arrivai, sotto uno splendente sole che ci riparava dalle ansie dei giorni precedenti, la piazza era completamente finita, rullata ed asfaltata, con i cigli di travertino lungo i marciapiedi posti perfettamente in ordine". E tu adesso la vuoi dare al privato che la smonta? Ma a te t'hanno mai detto che cosa vuol dire la parola "sacro"? Te la debbo spiegare io che sono comunista? Mica vale solo in chiesa. Poi dice che non è giusto che perdete.

Antonio Pennacchi


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