Parvapolis >> Cultura
Latina. Multe facili. Il rigore dei vigilanti è obiettivo o strumentale? Moderate riflessioni su un codice interpretato a loro uso e consumo
A volte è proprio il caso che fa lo scherzo. L’ex sottosegretario Tassoni promosso vice-ministro nel terzo governo Berlusconi, negli scorsi mesi aveva espresso dissenso in maniera pesante nei confronti della decisione della Corte Costituzionale di pronunciarsi in favore di un adeguamento normativo del nuovo Codice della strada. Il componente del governo sin da quel momento, a differenza del riserbo e del silenzio del ministro in carica Lunari, è come se avesse assunto a suo blasone, con il suo cognome, quella parte sicuramente discutibile dell’azione messa in atto dai vigili urbani su scala nazionale “municipalizzata” dal momento dell’entrata in vigore del nuovo codice, con cui si consente di potere utilizzare la polizia annonaria anche nelle strade statali. Come dire, supermulte uguale stangate o “tassoni”. Poco tempo prima, invece, con esternazioni di più che convinta perplessità, il direttore della rete Fininvest più seguita, nonché caro amico del premier, Fede, informava i telespettatori dei tanti abusi che risultavano consumati da chi sarebbe preposto ad applicare la legge. Infine, è cosa più recente, almeno sul piano dell’informazione nazionale, che qualche giudice di pace pugliese cestina le multe comminate dai vigili che utilizzano macchine fotografiche non omologate dagli organi tecnici del ministero. Ciò richiama alla memoria cose di molti anni addietro, quando i comuni utilizzavano molta segnaletica stradale priva della vidimazione ACI.
Sarebbe curioso conoscere inoltre la quantità dei casi in cui in maniera palese non soltanto i vigili annonari ma anche dei componenti delle forze di polizia hanno commesso abusi relativamente alle multe comminate agli automobilisti in questi due anni (io personalmente ne conosco alcuni, in cui la responsabilità dei vigili o degli agenti sconfinerebbe in capi d’imputazione disonorevoli), così come sarebbe interessante conoscere in quale percentuale i multati per eccesso di velocità sono stati responsabili di incidenti stradali nel corso di tutta la loro “carriera” automobilistica.
La cosa che continua a lasciare perplessi i cittadini in misura sempre maggiore è tuttavia la presenza (o l’”abuso”) della presenza dei vigili urbani sulle grandi arterie nazionali. Questa perplessità ha ingenerato nel frattempo una convinzione non meno diffusa relativamente al grado di “incisività” pecuniaria dei vigili urbani sugli automobilisti. Anzi, già pochi mesi dopo l’introduzione del nuovo codice si è sempre più apertamente detto che l’articolo specifico è stato inserito ad hoc, cioè non al fine di combattere gli eccessi di velocità ma al fine di finanziare nei modi sempre più spinti veloci e immediati audaci…sfrontati le casse dei comuni.
E’ cosa non meno interessante conoscere i dati disaggregati e nazionali relativamente non soltanto alle percentuali dei ricorsi ma anche alla quantità delle multe elevate dai vigili urbani rispetto a quelle elevate dalle pattuglie dei diversi corpi di polizia impiegati in compiti di controllo stradale (polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza, guardia forestale) e rispetto alla somma generale di esse.
Ma al di là dal voler e dal potere conoscere più in dettaglio tali dati al fine di potere avere una valutazione più rispondente alla realtà delle situazioni, è bene dire come i vigili urbani pare cha abbiano certe abitudini o sfiziosi vizietti, come il prediligere orari in cui il traffico stradale è quasi inesistente e lo scattare foto quando gli automobilisti sorpassano le automobili su cui viaggiano, spesso a più che bassa velocità e subito dopo l’uscita in curva.
È molto importante rilevare che la metodica dei vigili e spesso anche delle forze di polizia si rivela accentuatamente squilibrata. Infatti, per quanto il nuovo codice dà indicazioni più rigorose, esso non ha abolito l’azione di prevenzione che deve essere messa in atto dalle forze di polizia e dai vigili urbani. Invece, è proprio qui che casca l’asino. A me pare che una percentuale elevatissima di casi di verbali per infrazioni stradali sia da ricondurre alla sistematica azione “repressiva” e non di prevenzione esercitata dagli operatori preposti. Inoltre, la normativa rimane carente e superficiale e non recepisce importanti esperienze di altri Paesi europei, come il Belgio, dove, quando il traffico diventa intenso, sono dei motociclisti della polizia a guidare il traffico con precisi limiti di velocità. Qui,invece, non si considera nulla. Solo la foto della targa dell’automobile. Nient’altro. Dalle foto non si vedono e non si evincono quasi mai (con la scusa di voler preservare il diritto della riservatezza del cittadino) le condizioni meteo e la qualità del fondo stradale, la quantità del traffico nelle due diverse direzioni, le condizioni complessive in cui viene consumata l’infrazione (concorso di fattori importanti concorrenti, determinanti). Non viene neppure considerato il mezzo e le sue qualità prestazionali e di sicurezza attive e passive. La cosa che ancora di più rode è quando, pur avendo tutti questi elementi aggiuntivi a proprio favore, l’automobilista si vede multato per una manciata di chilometri, venti, trenta, che si raggiungono in un battibaleno per attuare un qualsiasi sorpasso o per avere una velocità costante su una strada che fornisce più che buoni requisiti e un traffico molto contenuto. Sarcastico infine non può che essere il commento del vedere utilizzati dei vigili sulle strade statali, come nel caso nella provincia di Latina, dove è già continua la presenza degli agenti delle diverse forze di polizia, mentre secondo una scontata, cronica, “normale” realtà i vigili urbani non riescono neppure a svolgere minimamente i compiti d’istituto all’interno dei propri comuni per le carenze d’organico. Dunque, il rigore dei vigilanti, è obiettivo o strumentale e funzionale ad altro?
In tutto questo quadro satiresco e desolante, non conforta neppure constatare come sempre di più i cittadini ricorrono al Prefetto e, poi, dopo il “rigetto”, al giudice di pace. Come il sottoscritto. In barba alle attese di giustizia. Diciamolo pure, questo nuovo codice è una gran trappola, e una terribile macchina mangiasoldi e tritagiustizia. Perché poi sulle strade i bolidi che vanno non a 130 all’ora ma a 200 ci sono sempre. È forse allora come ai tempi del ministro Ferri? La legge vale per alcuni e non per altri? O non è invece vero che queste parti del codice andrebbero immediatamente emendate e che è doveroso che le Prefetture immediatamente blocchino ogni richiesta di ulteriore utilizzazione dei vigili urbani nelle strade statali e vaglino con dovuta e attenta valutazione i ricorsi, senza alcuna predeterminazione delle decisioni ?
Domenico Cambareri
|