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Latina. Fecondazione assistita, voci contro. Ivan Simeone: «ParvapoliS ostenta un'anticattolicità radicale che preclude un dialogo»
Egregio Direttore.
«La posizione di molti di noi, come cattolici, al di là delle sigle di partito, è il
"non andare a votare" nel rispetto della nostra Fede e del Magistero che -lungi dal
voler essere "oscurantista"- ci pone come primaria importanza la dignità del nascituro
e la salvaguardia di Valori come la vita nascente e la famiglia basato sull'amore
tra uomo-donna e sulla procreazione di un figlio che sia non frutto di laboratorio
ma dono e frutto dell' amore tra i propri genitori naturali». Scrive Ivan Simeone,
del circolo Nuova Destra di An:
«Comprendo, essendo un attento -o cerco di esserlo- visitatore di ParvapoliS la Sua
formazione culturale laica e la rispetto apprezzandone i principi di libertà, ma
anche noi cattolici lottiamo quotidianamente, nel silenzio giornaliero dei nostri
lavori e nelle nostre attività, se pur tra mille difficoltà, per una libertà che
ci faccia meglio comprendere il bene comune di cui, oggi, tutti sentiamo la necessità.
Mi permetta, non avendo la possibilità di conoscerLa personalmente, di inviarLe
queste poche righe per esprimere apprezzamento per Parvapolis ma anche incomprensione
per alcune posizioni "radicali" anticattoliche che si riscontrano nella Sua testata
giornalistica quando, nelle differenze delle rispettive impostazioni culturali e di
fede (se pur laica), forse potrebbe essere maggiormente interessante ed utile
confrontarsi sulle diversità d'opinioni ma, contemporaneamente, cercare di
fare fronte comune su una materializzazione della nostra Società, anche locale,
che non porta nulla di buono per nessuno e che mortifica anche quella "voglia di sapere"
che potrebbe essere una risorsa.
«La scelta di astenersi dal votare è motivata essenzialmente dalla convinzione che, essendo
la materia referendaria incentrata su questioni che hanno una profonda valenza scientifica
ed etica, è riduttivo determinare una legge sulla fecondazione di esseri umani con un
semplice SI o NO in un'urna elettorale.
Tali problematiche necessitano di un approfondito dibattito in ambito legislativo,
scientifico e morale.
È bene precisare che l'attuale legge 40/2004 non può essere definita una "legge cattolica"
ma certamente è la "meno peggio" poiché pone dei riferimenti e dei confini; è una prima
organica regolamentazione sulla materia, certamente da migliorare ma nelle sedi appropriate.
Per la "Nuova Destra" qualora dovessero vincere i SI, con una conseguente liberalizzazione
della materia, si rischierebbe -senza un articolato progetto legislativo- di aprire una
voragine che intaccherebbe quei valori che riteniamo fondanti come la vita nascente
ed la famiglia basata sull'amore coniugale tra uomo-donna, che stanno alla base della
nostra società.
Vi è il rischio che il figlio venga considerato come un "prodotto" commerciale, fatto
in laboratorio ad uso e consumo della coppia, e non come un dono dell'amore tra i propri
legittimi genitori. Inoltre, con l'abrogazione dell'art. 1 della legge 40, si vedrebbe
eliminare l'enunciazione della finalità di tutela dei diritti di tutti i soggetti
coinvolti, compreso il concepito.
L' invito del Cardinale Ruini, raccolto da "Nuova Destra", di non recarsi a votare, non
vuole essere un disimpegno ma, di contro, una azione attiva di contestazione e dissenso
come cattolici.
Prima di essere militanti di partito, il cristiano è tale e su tutto si può mediare tranne
su quei Valori come la difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, e
sul Valore della famiglia che non vada contro il diritto naturale».
Mauro Cascio
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