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Latina. Idee in libertà. Claudio Moscardelli: «Il centro storico non può essere soltanto il punto di riferimento dell'Università...»

«Sul tema del commercio, il convegno organizzato dalla Confesercenti è stato un momento molto positivo di confronto in particolare per il rapporto tra commercio e rilancio dei centri storici, a partire da quello di Latina». Osserva Claudio Moscardelli (Margherita): «Sulla questione del commercio dobbiamo innanzitutto avere presente due dati : il primo è che a Latina il rapporto tra la superficie di esercizi commerciali di tutte le dimensioni e gli abitanti è sbilanciato rispetto agli altri comuni. Il secondo dato è l’assoluta inadeguatezza di iniziative in questi ultimi dieci anni: una seria politica per il rilancio del centro storico non è stata mai avviata. L’Amministrazione Comunale è ferma alla ormai insufficiente idea di valorizzazione del centro fondata essenzialmente sulla realizzazione della città universitaria. La destra ha legato l’università alla ripresa del centro storico commettendo l’errore di impostare in modo monotematico il centro, snaturandone il ruolo che deve invece essere polifunzionale: insediamenti istituzionali, culturali, residenziali e commerciali possono insieme concorrere a ridare forza ad un ruolo aggregante del centro storico, anche dal punto di vista dell’identità. Se il centro divenisse solo quartiere universitario, non sarebbe più il centro della città che si sposterebbe in altre aree. La stessa idea di realizzare un parcheggio sotto piazza del Popolo lanciata da Zaccheo è un metodo sbagliato che non consente di definire un programma di interventi razionali per il centro storico. Il commercio deve avere un ruolo importante per la valorizzazione del centro: così occorre prevedere iniziative ed incentivi per consentire insediamenti commerciali di qualità e che vivacizzino le piazze e le strade del centro, con la progressiva sostituzione di attività incompatibili con questa tendenza. Con ciò non possiamo però non salvaguardare gli artigiani storici del centro, per cui occorre concordare con le categorie di rappresentanza un loro censimento e degli standard di qualità per i relativi insediamenti. Perché non pensiamo ad introdurre anche elementi architettonici di novità che favoriscano l’aggregazione, abbandonando anche una ridicola ostinazione di riproporre lo stile razionalista in ogni salsa. Oltre a limitati insediamenti universitari (in particolare istituti di ricerca postlaurea e scuole di specializzazione che potrebbero andare a Palazzo M, vista la scelta di ridestinarlo a Palazzo degli studi) dobbiamo puntare sull’area delle ex autolinee come salotto della Città, sulla Biblioteca Stirling, sull’auditorium e centro servizi per la musica e la multimedialità nei Capannoni dietro il Palazzo della Cultura, tutte iniziative che insieme al Museo Cambellotti, al Palazzo della Cultura e a una nuovo progetto per la valorizzazione dei Giardini Pubblici, ci consentirebbero davvero di dare forza e concretezza all’idea di rilancio del centro storico come centro della Città».

Antonio Pennacchi


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