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Latina. Scioperi selvaggi. Vincenzo Bianchi: «Visari non sa nemmeno di cosa sta parlando. Qui non siamo a Cuba. E adesso si rischia il penale»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Vincenzo Bianchi, vicesindaco di Latina. La questione degli artisti precari: Visari l'ha chiamata personalmente. Lamenta delle mancanze sue e del Sindaco. Lei che risposte dà a Visari e soprattutto ai lavoratori che ieri hanno scioperato? «La polemica di Visari è strumentale. La sua è becera politica. Non sa nemmeno di cosa stiamo parlando. Quando ho saputo che inaspettatamente c'è stato il blocco degli autobus mi sono recato personalmente alla stazione e sono venuto a sapere che c'è una lamentela da parte degli autisti. Parrebbe che la Atral non rispetta alcune cose. Ma è talmente sproporzionata l'azione di ieri che ha finito per danneggiare tutta la cittadinanza. Senza aver dato il giusto preavviso, previsto dalla procedura sindacale, non si può interrompere un servizio pubblico». Insomma... «È stata una strumentalizzazione politica bella e buona. Ecco: voi avete citato Visari. È gente come Visari che, ripeto, non sa nemmeno di cosa parla. Noi non possiamo andare contro legge. Noi possiamo intervenire nei confronti del concessionario e ricordare il rispetto del contratto. Mica possiamo obbligarli ad assumere 30, 40 o 50 autisti». Non compete a voi... «Appunto. Siamo in un paese libero e democratico, come la Repubblica Italiana e non siamo a Cuba. Quindi c'è una speculazione politica in atto. Una profonda non conoscenza delle problematiche. E una posizione grave, adesso, di questi poveri lavoratori che non si rendono nemmeno conto di quali sono le regole, non si rendono nemmeno conto che l'interruzione di pubblico esercizio fa ora scattare il penale nei loro riguardi, senza considerare il risarcimento danni che l'Atral avrà intenzione di chiedergli e che noi abbiamo intenzione di chiedere all'Atral. Se l'Amministrazione, in passato, non fosse stata attenta a problemi di questo genere, io capirei manifestazioni estemporanee come questa. Ma fino ad oggi sono sempre stato disponibile ad incontrare le maestranze. Quindi il problema dov'era? Ecco perché non c'è alcuna giustificazione per quanto è successo. Ed ecco perché io ci sono pure rimasto un po' male. Mi hanno chiamato "bastardo" e mi hanno lanciato delle monetine. Ecco, io invito gli autisti ad essere delle persone responsabili, come sono stati fino ad oggi. Non possono essere strumento di nessuno». Molte forze politiche di sinistra riformista, o di destra, pensiamo ai liberali o agli stessi radicali ritengono che i giochi di forza oggi sono invertiti. Ci sono i "lavoratori", i dipendenti, gli operai stra-tutelati e stra-garantiti mentre gli imprenditori, che rischiano di loro e che muovono l'economia, rischiano di essere i veri soggetti deboli. Lei condivide questa visione? «Io credo che il sindacato rischia sempre più di essere uno strumento politico di lotta. E lo ha dimostrato ieri mattina. Perché il Prefetto ha detto che erano fuori legge. Non il vicesindaco! Lo ha detto la massima autorità governativa. Questa è becera politica, non lotta sindacale, che invece rispettiamo».

Elisabetta Rizzo

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