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Latina. Speciale Referendum. Alfredo Caradonna: «La difesa della vita spetta oggi soprattutto ai medici. Noi lo abbiamo come obbligo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Alfredo Caradonna, responsabile dell'Associazione Medici
Cattolici. Manca ormai poco all'appuntamento referendario promosso dai Radicali Italiani
il prossimo 12 e 13 giugno. Voi invitate gli elettori all'astensione. Perché?
«È un Referendum sbagliato, che non si doveva fare. Non si discute una legge a poco più
di un anno dalla sua entrata in vigore. Ai promotori del referendum l'onere di dimostrare
che il popolo italiano ha reale interesse a pronunciarsi. A parte il fatto che di questo
strumento se ne sta facendo un abuso, visto che ormai è usato dalle minoranze per non fare
andare avanti delle leggi. La Conferenza Episcopale Italiana ci ha dato queste indicazioni
e noi abbiamo deciso di recepirle. Un invito, non un dikatat. La posta in gioco è molto
alta perché si tratta di difendere la vita umana da una aggressione inverosimile
perché si tratta di difendere l'umanità da una scienza sempre più invasiva.
Siamo contro la clonazione, le mamme-nonne, gli uteri in affitto, i figli agli
omosessuali, l'eugenetica. Se tutto questo lo dobbiamo difendere con l'astensione,
lo difenderemo con l'astensione». Ma ammesso e non concesso un accordo sul significato
del termine vita, a chi spetta oggi la sua difesa? La chiesa cattolica ne ha il monopolio?
Altre confessioni cristiane hanno lasciato libertà di coscienza, molti rabbini
ebrei ritengono che un embrione non abbia né anima né vita. «La difesa della vita spetta a tutti.
Ma soprattutto ai medici. Noi lo abbiamo come obbligo, come giuramento. Da un punto di vista
biologico la vita comincia dal momento del concepimento. Non c'è nessuno scalino, fino alla nascita
e alla morte dell'individuo. Noi stiamo con molta serenità, con molto affetto nei confronti
di chi la pensa diversamento, provvedendo ad un approccio scientifico alla questione.
Ieri abbiamo organizzato un incontro con l'on. Domenico Di Virgilio, Sottosegretario
di Stato al Ministero della Salute e Domenico Antonaci, chirurgo e ginecologo.
Un incontro neutro che favorisca e stimoli la serenità di giudizio».
Maurizio Camerata
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