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Latina. Lo sport è ancora capace di emozionare? Ignazio Scardina: «Fiumi di denaro hanno corrotto la genuinità di sentimenti e agonismi veri»
Davanti le Telecaere di ParvapoliS Ignazio Scardina, caporedattore centrale di RaiSport.
Un campionato chiuso da un paio di settimane e vinto dalla Juventus, un Milan crollato
incredibilmente in finale di Champions League. Cosa succede alle squadre italiane,
come stanno in salute? «Era l'annata del Liverpool. Il Milan ha avuto una bella annata.
Due secondi posti sono due bei grandi risultati. Se fallimento c'è stato, Ancelotti
ha sbagliato nel secondo tempo. Bastava togliere un attaccante e mettere un centrocampista
ed avrebbe gestito meglio il risultato e controllato la partita. E noi saremmo
qui a parlare di trionfo Milan. Il campionato è stato appassionante».
Lo sport è diventato sempre più stressante. Mai un momento di piacere...
«Lo stress se lo creano gli addetti ai lavori. Ma è il fiume di denaro che circola
che provoca tensioni e attriti. Figuratevi Galliani che deve premiare la Juventus.
Ma le cose passeranno. Il lupo non ha mai morso un altro lupo». La Juventus ha cucito
il suo 28° scudetto. La sua vittoria era già scritta? «La Juventus, contrariamente al Milan,
non aveva nessuno che diceva all'allenatore con quante punte giocare. Direi che la differenza
sostanziale è stata qui. Nella Juve chi fa il dirigente fa il dirigente, chi fa l'allenatore
fa l'allenatore, chi fa il giocatore fa il giocatore. È questa la forza dei bianconeri.
Pensiamo, senza andare tanto lontani da Roma, che ci sono dei giocatori che vogliono
fare i presidenti. Da questo punto di vista la Juventus è impeccabile».
Una curiosità. Noi parliamo sempre di calcio. Ma gli sport "minori"?
«Ci accorgiamo della bellezza di certi sport una volta ogni quattro anni. E noi della
Rai almeno le Olimpiadi non ce le siamo lasciate scappare. È il momento culminante dello
sport. Guardate, prendiamo la Domenica Sportiva. Ebbene, come sapete è nostra consuetudine
dedicare la parte finale della trasmissione agli sport minori. E gli ascolti sono talmente
bassi che spesso ci chiediamo: ma che lo facciamo a fare? Eppure bisogna continuare così,
creare interesse, non mollare la presa».
Elisabetta Rizzo
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