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Latina. Speciale Referendum. Alberto Borrea (An): «Astenersi è il modo migliore per dire di no». Ma la maggioranza di An e Fini voteranno sì
«Sono stato invitato (e aderisco compiacendomi per l'iniziativa) a prender parte al simposio
multimediale "Speciale Referendum" ospitato dalla pagina "Cultura" di ParvapoliS».
Scrive Alberto Borrea, Coordinatore per il Lazio della Consulta per i Problemi Etico-Religiosi
di A.N. e Componente della Commissione Centrale di Garanzia e dei Probiviri di Alleanza
Nazionale.
«Avrei voluto confrontarmi nella civile contrapposizione dialettica, se non avessi
ritenuto prioritario stigmatizzare il caustico intervento di Elisabetta Rizzo in replica
alle considerazioni sul tema a firma di Fausto Mottola.
La mancanza di serenità da parte dell'autrice dello scritto che ci occupa, la si intuisce
dal capriccio sintattico col quale questa ha inteso esordire giustificandolo con un secco
"così mi va di fare".
Se non conoscessi Mottola sarei stato, comunque, infastidito da un
intervento (quello della Rizzo, ndr) che nulla apporta a un dibattito alimentato da nobili
intenti e da disinteressati coinvolgimenti emotivi, dall'una e dall'altra parte.
Rimane, lo sfogo della giornalista, un ingiustificato e ingiustificabile j'accuse nei
confronti di Mottola, frutto di un personalissimo rancore la cui origine, forse, rimarrà,
ai più, ignota.
Il confronto di idee, però, non può essere, e non lo è, contaminato dalle poco eleganti
esternazioni della gentile Rizzo che, ne sono certo pur non conoscendola, non è avvezza
a tali cadute di stile.
Conosco, però, Fausto Mottola e so che non amerebbe queste digressioni sui ri-sentimenti
che lo scritto della Rizzo ha suscitato e, approfittando della squisita ospitalità di
ParvapoliS, esprimerò succinte considerazioni sull'argomento del forum.
Questa legge non è perfetta, ma per apprezzarne la portata positivamente innovativa, sarebbe
sufficiente rammentare la situazione antecedente alla sua promulgazione che è, poi, quella
in cui ci ritroveremmo in caso di vittoria dei "sì".
Senza dover tornare sulle note posizioni dell'area culturale nella quale mi identifico,
è mio desiderio affermare, veementemente, che mai come in questa occasione l'astensione
è un'opportuna espressione politica.
Affidare all'urna referendaria (assurta dai promotori del Referendum a verifica di una
volontà popolare per chi scrive estremamente confusa e male informata) una materia
così pregna di implicazioni culturali, etiche, sociali, religiose, che sorreggono
l'una e l'altra tesi, è cosa avventata e pericolosa e, pertanto, biasimevole.
L'alveo naturale di appartenenza non può non essere la sede parlamentare, con
l'allargamento del dibattito a una larga partecipazione di categorie di individui,
a vario titolo competenti, coinvolte ratione materiae e portatrici di
diffusa rappresentatività.
Il referendum è si uno strumento democratico, ma, inevitabilmente semplificante e grossolano.
Non votare, inoltre, è il modo migliore per dire di "no"».
Andrea Apruzzese
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