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Roma. Premio Almirante. Mirko Tremaglia: «Fu il teorico della "nuova destra". Tutti abbiamo un debito con lui». Il Partito Unico e l'Europa...
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Mirko Tremaglia, Ministro e
deputato dal 1972.
Lei continua ad essere qui, al Premio Almirante. Questo è il secondo
anno che la incontriamo. Che significato dare a questa sua
costante presenza? «Almirante è il più grande uomo politico italiano
È l'uomo della nostra giovinezza e che ha rappresentato tutta la nostra
storia. Non solo. Ha dato a noi la possibilità e la capacità di essere
davanti agli italiani quello che noi volevamo essere. Quando Almirante
nel 1972 ha portato 55 parlamentari è stato l'inizio della grande
battaglia contro la partitocrazia. Ed è stato il primo teorizzatore
della "Nuova destra". Quando si dice: "Ma non ha avuto successo"
non si considera la forza della partitocrazia, né si considera
quell'alleanza tra Massoneria e Democrazia Cristiana, ostili
entrambe al neofascismo non integrato in un sistema di potere,
che provocò una scissione all'interno del MSI. A Fiuggi è arrivato
un MSI vincente. Quindi, un Almirante grande, che resta un punto
di riferimento per tutti. Non bisogna dimenticare che Alleanza
Nazionale ha alla base del suo simbolo la Fiamma Tricolore.
È un Almirante che vive e che è di riferimento per tutti i giovani
che di fatto lo amano ancora. Non può essere dimenticato, perché
è la nostra storia, il nostro Dna. È anche per questo che diciamo
no al partito unico». Lei non crede che il bipartitismo sia preferibile
al bipolarismo? «Ci devono essere delle alleanze. Per il resto serve
unità di azione con le categorie. Un patto di unità d'azione.
Ma ognuno deve tener conto della propria identità».
Una battuta sulla Costituzione Europea... «L'Europa va benissimo, non abbiamo
odio o antipatie pregiudiziali purché
ci siano garanzie per le identità nazionali».
Elisabetta Rizzo
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