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Roma. Premio Almirante. Al Bano: «È la musica, non la politica, che unisce i popoli e le genti. Cantare vuol dire soprattutto comunicare»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Al Bano, uno dei premiati al Teatro Valle in una serata interamente dedicata a Giorgio Almirante. «Il mio amico Gianni Massaro è molto amico di Donna Assunta. Per molti anni mi hanno invitato e non ho mai potuto riceverlo per via degli impegni». La sua presenza qui non ha nulla di politico, quindi. «Io cerco di essere apolitico. Punto al rapporto con le persone. La politica divide sempre cose e persone. E invece bisogna unire. Il popolo ha bisogno di una madre e di un padre. I politici dovremmo mandare avanti la famiglia». E la musica ha un ruolo? «La canzone può unire, sì. Mi ricordo che ai tempi dell'invasione degli Austriaci su tutti i muri di Milano c'era scritto Viva Verdi. Il riferimento era a Vittorio Emanuele Re d'Italia. Ci sono sempre messaggi nascosti». Che cos'è per lei la musica e cosa vuol dire cantare? «Cantare è vita, per me significa proprio esistere. Cantare è comunicare». Una battuta: a Quelli del Calcio c'è un suo imitatore. Cosa ne pensa? «Spesso mi danno molto fastidio. Ma questo ragazzo, Max Giusti, è il nuovo Noschese. Sa andare oltre l'imitazione». Si potrebbe fare un duetto... «Ah, ve ne hanno già parlato. Sì, sto preparando uno show con lui e tutti quelli che mi hanno imitato». Vuole dimostrare a tutti che non è permaloso... «È uno di quei sentimenti negativi che ti salgono addosso come funghi in ottobre. Bisogna controllarlo. Insomma, non bisogna mai prendersi troppo sul serio, pur scegliendo di vivere nella serietà dei valori in cui credo».

Elisabetta Rizzo

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