Parvapolis >> Politica
Latina. Speciale Referendum. Emma Bonino: «Io mi auguro che ci sia un dato di ribellione civica. E non si segua l'onda del qualunquismo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Emma Bonino, leader storica dei Radicali Italiani.
Referendum e trappole. Che dire?
«Sì, le trappole sono state tante. A partire dalla scelta della data, le (illegali)
prese di posizione dei presidenti di Camera e Senato, le furbate qualunquiste di invitare
gli italiani ad andare a mare. Si prende un 35% che a votare non ci si va mai, si convince
il 20% degli italiani ad astenersi e la bomba referendaria è disinnescata. Senza
convincere si vince. L'obiettivo è tenersi questa legge, con tutte le conseguenze.
Aborto incluso. Io mi auguro che ci sia un dato di ribellione civica. Che cioè i cittadini
dicano: sentite, voi non potete chiederci di andare a mare adesso e fra pochi mesi di venirvi
a votare».
Per quale motivo bisogna votare quattro sì? «Io ripeto: bisogna soprattutto andare a votare
e non accodarsi all'ondata qualunquista. Si vince con dei sì o dei no. Io credo che un leader
di un partito deve avere il coraggio di una scelta. Senza coraggio non è nessuno, non è un
granché né per se stesso né per il futuro di questo Paese». Lei dice che l'astensione
umilia gli elettori. Per quale motivo? «Per le motivazioni che sono state date.
"Non votate, perché non capite. Abbiamo capito noi. Noi abbiamo votato, e tu non sai
nemmeno cosa è un gamete". E ancora: è troppo complicato. La verità è che si cerca di
vincere, facendo mancare il quorum. Questa è la verità, solo che non si può dire.
E allora si sono inventati una serie di motivazioni che non stanno né in cielo né in terra.
L'ultima, poi, è simpatica. Dice: non andate, questa legge sì, in effetti fa un po' schifo,
bisognerà modificarla in Parlamento. Però voi non andata a votare, ché ci pensiamo noi,
Anche questa è assenza di decenza». Oltretutto gli oltre trecento emendamenti furono
respinti dai cattolici... «Non fu nemmeno messa ai voci, questa legge fu blindata.
Veramente, siamo a dei livelli di impudicizia veramente esilaranti». E sempre a proposito
di cattolici, le gerarchie vaticane, che sentono ogni giorno di più che la società
civile considera il cattolicesimo sempre più estraneo alla nostra storia nazionale e alla
nostra cultura, parlano di dittatura del relativismo. Che cos'è secondo lei?
«Non l'ho capito. Quello che so è che io rispetto molto quello che una credenza religiosa,
qualunque essa sia, considera "peccato". Ma uno Stato laico non può considerarlo un "reato".
Chi non vorrà usare queste tecniche non sarà costretto a farlo. Così come un cattolico
non è costretto al divorzio e non è costretto ad abortire. Mentre il proibizionismo cattolico
tende ad imporre a tutti la propria visione settaria. La "dittatura del relativismo" dice
che esistono delle terapie che possono guarire delle malattie o possono risolvere problemi
di sterilità e che i cittadini, oggi, non possono usare. Se hanno i soldi possono prendere
un simpatico aereo e andarsene a Madrid, a Casablanca, in Slovenia. Come avveniva
con l'aborto». Un'ultima battuta. Chi è per il sì è contro la vita?
«Esattamente il contrario. Basta pensare che con queste tecniche sono nati in Italia circa
50000 bambini. Bastano i numeri per dire che il nostro è un sì alla vita, un sì alla libertà
di scelta e un sì alla speranza».
Elisabetta Rizzo
Riproduci il filmato oppure procedi con il download.
|