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Latina. Speciale Referendum. Gilberto Corbellini: «Siamo dei cittadini e non dei sudditi. E la Medicina non può conoscere ostacoli...»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Gilberto Corbellini, ordinario di Storia della Medicina all'Università di Roma. Referendum, che fare? «Bisogna votare e partecipare attivamente al confronto. Sono questioni di grande rilevanza per la salute e la ricerca scientifica. Ecco, bisogna andare a votare per sentirsi dei cittadini e non dei sudditi, come qualcuno sta trattando gli Italiani. Poi, ci sono fortissime ragioni per votare quattro sì. Questa è una legge assurda e punitiva per le coppie che vorrebbero avere bambini, interferisce sulle terapie mediche che devono essere ritagliate sui singoli pazienti, è pericolosa per la salute delle donne. Ed è una legge che vuole aumentare la sofferenza. Costringe le persone a non usare la diagnosi preimpianto per evitare embrioni malati, consentendo poi, al quinto mese, l'aborto». Quanto compromette la ricerca scientifica? «Viene vietata la ricerca di un settore strategico, quello delle cellule staminali adulte ed embrionali. Solo con lo studio, secondo la quasi totalità della comunità scientifica internazionale, noi possiamo sviluppare la nostra cognizione e il nostro sviluppo per analizzare meccanismi e terapie di gravi malattie cronico-degenerative, come il Parkinson, i tumori, l'infarto. Per sviluppare la medicina bisogna fare ricerca». Si ha la certezza della morte quando non c'è attività nel cervello. Perché non vale anche per la vita? «Vita è un termine molto vago. Vita è un protozoo, vita è un virus, vita è il brodo primordiale da cui tutto ha avuto inizio. Un embrione non esprime una sola molecola che sia caratteristica del cervello, del sistema nervoso. È un'entità biologica che non è autosufficiente, tant'è che ha bisogno di un'altra vita per "vivere". Non ci sono stati di organizzazione ulteriori che ci connotano forse già dal feto, ma sicuramente già dopo la nascita. Sono cellule totipotenti, indeterminate, quindi c'è molta confusione anche quando si parla di vita "teolologica", in divenire. Questa legge non riguarda lo statuto dell'embrione, ma vieta le tecniche migliori per risolvere dei problemi. Né sono plausibili i discorsi su un presunto rischio di eugenetica». Andiamo a votare, e votiamo sì per la vita. Anche perché l'Italia dovrebbe essere uno Stato Laico dove Ratzinger e Ruini sono due cittadini con il doppio passaporto. «Dovrebbe essere uno Stato laico con un'economia basata sulla Conoscenza. Votare sì al progresso vuol dire rimanere tra i Paesi civili. Questa legge è una tra le più medievali e oscurantiste che ci siano mai capitate»

Elisabetta Rizzo

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