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Latina. Mentre le speranze dei laici sono ridotte a lumicino. Maria Mantello: «Di RadioVaticana si può morire. Che importa. Mica sono embrioni»
Radio Vaticana: 41.000 ore di trasmissione annuali. 34 antenne. In diretta giornaliera 20 notiziari in lingua italiana, inglese, francese, tedesca, spagnola, polacca e portoghese.
A Cesano e dintorni può capitare di ascoltare radio vaticana anche senza che se ne abbia voglia. La voce cattolica può colpire attraverso citofoni e tubature; i lampadari si trasformano in antenne; a volte accade che cancellate, “intercettate” dalle potenti onde di trasmissione dell’emittente, si aprano e chiudano.
Ma, cosa più grave ancora, sembra che di Radio Vaticana si possa addirittura morire. Le onde nocive pare contaminino nella loro irradiazione non solo Cesano, dove ovviamente la situazione è più pesante, ma anche Anguillara Sabazia, Formello, Campagnano, Sacrofano, La Storta. Un raggio, quindi, di circa 10 Km.
Gli abitanti di Cesano e dintorni si sono da anni organizzati in Comitati, denunciando l’incremento dei casi di leucemia. 10 i bambini morti per questo tumore del sangue. I Comitati cittadini, dalle manifestazioni sono passati alla denuncia. Nel 1999 hanno formalmente accusato Radio Vaticana di ledere la salute della popolazione.
Il primo pronunciamento giudiziario è arrivato nel 2000, ma prevedeva la sospensione del processo contro l’emittente per difetto di giurisdizione, visto che i terreni erano della Chiesa. L’Italia li aveva donati al Vaticano. Così, in nome dei “Patti laterenensi” (quelli firmati da Mussolini e poi rinnovati da Craxi) lo Stato pontificio si svincolava dalla legislazione italiana! Lo Stato italiano non poteva intervenire a tutela della salute dei suoi cittadini; anzi non poteva neppure indagare! Ma i Comitati non abbandonavano la lotta. Nel 2001, quando ormai la vicenda era diventata di dominio pubblico, anche il ministro dell’Ambiente Willer Bordon era intervenuto con la minaccia di “zittire” Radio vaticana se non si fosse adeguata alle leggi italiane. Ma la portata delle emissioni elettromagnetiche non venne ridotta affatto. I Comitati locali furono schiacciati dal titano Vaticano nel rimpallo delle competenze e delle giurisdizioni, mentre tra i funzionari dello Stato, c’era pure chi pensava alla “soluzione” di alzare i limiti legali d’inquinamento.
Una situazione intollerabile, come ha sempre dichiarato (documentazione alla mano) Paolo Aquilani, portavoce dei Comitati antielettrosmog. Così la contesa giudiziaria è continuata. Nel 2003 è finalmente arrivato un importante pronunciamento della Cassazione, che ha riconosciuto allo Stato italiano il diritto - dovere a procedere. Il 9 maggio 2005 il tribunale di Roma ha emesso la sospirata sentenza. Il giudice Laura Martoni ha riconosciuto che Radio vaticana “produce inquinamento elettromagnetico”; ha condannato il direttore generale di Radio Vaticana, padre Pasquale Borgomeo, a dieci giorni di arresto (con sospensione della pena) e il cardinale Roberto Tucci, che nel 2000 è stato presidente del comitato di gestione della radio, alla multa di 200 euro e ad un mese di reclusione.
“Una condanna minima”, ha commentato Raffale Capone, presidente del Comitato cittadino di Roma Nord. Tuttavia, grazie ad essa si potrà procedere ad accertare il nesso causale tra casi di leucemia ed inquinamento elettromagnetico. Questo ha ordinato il gip Zaira Secchi, prefigurando il reato di omicidio colposo.
Radio Vaticana, dal canto suo, ha fatto sapere che impugnerà la sentenza di condanna.
Con buona pace dei cittadini italiani la “manomissione” da inquinamento elettromagnetico delle cellule degli abitanti di Cesano e dintorni non è finita.
“Ma quante storie…mica sono embrioni!”
Maria Mantello
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