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Latina. Bentornato medioevo. Capezzone: «Nessuna attenuante. Noi Radicali abbiamo perso. E di brutto. Ma la nostra battaglia proseguirà...»

Nelle giornate post-elettorali, è merce rara trovare politici che dicano: "Abbiamo perso". E allora partiamo da qui, e diciamolo noi, con semplicità e chiarezza: "Abbiamo perso, e abbiamo perso molto pesantemente". Si tratta di un voto che resterà nella storia per qualche decennio, andando ben al di là delle cronache politiche di giornata. E per questo, occorre prepararsi ad una riflessione critica severa, anche spietata, per capire cosa sia davvero successo nel profondo della società italiana. A prima vista, un ruolo grande, determinante sembra averlo giocato (il che è ancora più preoccupante) una generalizzata indifferenza, una inscalfibile sfiducia, molto più che le ragioni specifiche (che continuano ad apparirmi assai poco convincenti) della stessa campagna astensionista. Per questo, l'analisi (ripeto: spietata, senza sconti) non potrà essere disgiunta da una vivisezione non solo delle illegalità che hanno segnato un anno di campagna referendaria (l'informazione, gli italiani all'estero, la Corte Costituzionale, la scelta della data balneare, gli sms, e così via: fino agli ultimi sfregi inferti ai malati intrasportabili, o alle omissioni finali del Viminale), ma -e sta qui il punto drammatico- delle illegalità profonde, sistematiche, che hanno ormai contraddistinto lustri di vita pubblica italiana, e che hanno finito per rendere liso il tessuto civile del paese. Non si può pensare che resti senza effetti (e senza "punti di caduta" clamorosi, prima o poi) il fatto di accettare per decenni un gioco democratico alterato, in cui l'unica certezza è rappresentata dall'incertezza del diritto e da una generalizzata illegalità istituzionale. Ed è così (ecco il "punto di caduta", che è insieme effetto e paradigma di una situazione italiana più complessiva) che si può passare (è successo!) da sondaggi autunnali di clamorosa ostilità alla legge e di grande appoggio all'iniziativa referendario al deludentissimo risultato di queste ore. Tornerò su questo, e con maggiore ampiezza, proprio nel corso dell'Assemblea dell'Ergife. Ora, di tutta evidenza, appare fondamentale il ruolo di questa Assemblea del 17-19, prima occasione per passare al "che fare": ed è un'opportunità costruita in primo luogo da scienziati, ricercatori, accademici, che la mettono a disposizione di chiunque voglia restare in campo, cosa di cui c'è più che mai bisogno. Un grazie commosso va a tutti gli elettori che si sono recati (starei per dire: coraggiosamente, contro tutto e tutti) alle urne, fornendo una testimonianza straordinaria di generosità civile. E un ringraziamento altrettanto caloroso va a tutti coloro che, radicali e non, sono stati per un anno militanti di questa campagna, spendendosi senza riserve, e mettendosi al servizio del paese. La battaglia al fianco dei malati, delle coppie sterili, degli scienziati proseguirà. Tra tanti dubbi, questa mi pare l'unica cosa certa.

Mauro Cascio


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