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Latina. Cultura e Turismo. La Cisl: «Due anni fa lanciammo l'idea dei "Distretti", ma non fu recepita. Oggi le Colline Romane ottengono i fondi»

“Ancora una volta si parla di occupazione, di rilancio economico, di sostenibilità sociale, ma sono parole vuote quando escono dalla bocca dei nostri amministratori politici”. Usa parole dure il segretario generale della Cisl Pasquale Verrengia alla notizia diramata dalla Filas, la società della Regione Lazio dedicata al sostegno dell’innovazione, che in accordo con gli amministratori romani sta dando corpo concreto al progetto dei ‘Distretti culturali’ nella zona delle Colline Romane. “Si tratta di un progetto che la Cisl sostiene da anni e suggerisce da anni agli amministratori che governano la provincia di Latina –continua Verrengia- e non mi si venga a dire che il progetto è realizzabile perché la Regione e la Provincia di Roma sono dello stesso colore. Ma, perché, fino a poco tempo fa non c’era qui sul territorio una filiera di governo diritta, vanto di chi governava? La verità è che le idee come nascono qui sul territorio sono destinate a morire e a vedere la luce poi in altre realtà. Se non siamo vicini alla depressione e all’amarezza nelle considerazioni…”. Il segretario Verrengia si riferisce in particolare a quel progetto dei ‘Distretti culturali’ che fu lanciato dalla Cisl almeno un paio d’anni or sono e che fu soltanto recepita da qualche amministratore accorto ma che poi fu evidentemente impossibilitato a portare avanti il progetto. L’idea del ‘Distretto culturale’ parte da lontano ma conta già degli esempi significativi qui in Italia (nel Viterbese e a Noto, in Sicilia): è la cultura vista come business, attraverso la creazione di un insieme (o meglio di un ‘sistema’, in un mondo dove si parla sempre di continuo di ‘fare sistema’) di natura culturale nell’accezione più ampia del termine, che punta sulla valorizzazione del patrimonio artistico e storico di un territorio circoscritto (pensiamo ad esempio alle Città d’Arte lungo il versante lepino), puntando sui musei, i centri storici riqualificati, i monumenti, le aree verdi. Il ‘distretto’ è legato fondamentalmente alla voce turismo, ma la ricaduta è esponenziale sugli altri settori strettamente e direttamente collegati ad esso: ai trasporti, all’artigianato, al manifatturiero, alla ristorazione, alla ricettività. Infatti, oltre a valorizzare questo insieme di beni artistici, vanno promossi le risorse del territorio mediante gli eventi culturali, i prodotti enogastronomici e i beni ambientali. Lo scopo è proprio quello di legare l’economia alla cultura: l’espansione con gli altri settori è inevitabile. “In verità, all’interno della Filas si conoscevano tre progetti che riguardavano la provincia pontina, che identificavano fette del nostro territorio come le città di fondazione, il versante lepino e le terre caietane –continua il segretario Cisl- mi chiedo ad oggi che fino abbiano fatto e chi li segue da vicino per la sua realizzazione. Non cambia nulla: abbiamo le idee, le potenzialità, ma siamo poveri e lacunosi nel concretizzare. Non solo, non vorrei che il presidente Marrazzo e il suo governo fosse cieco e sordo alle sollecitazioni del territorio pontino: una volta presi i voti, si è forse dimenticato di considerare le parti sociali? A quando un incontro con una parte fondamentale della società civile? Attendiamo una risposta”.

Andrea Apruzzese


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