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Latina. La fine dei Radicali? Marco Pannella: «Ormai siamo diventati un'etnia e diamo troppo fastidio. Siamo pronti a chiudere la baracca...»

«Non è giusto utilizzare il termine sciogliere. Dico invece che potremmo essere costretti a chiudere baracca». Lo ha detto il leader storico dei Radicali Marco Pannella, a 'Rai 21.15' su Rainews 24 parlando del futuro dei radicali. «Può essere che qualcosa accada - ha spiegato Pannella - nei prossimi mesi o settimane, prima che si arrivi a compiere i cinquant'anni. Se si parla di cose vive si parla anche della possibilità della morte. Ma credo che oggi in termini di idee, di lettura del nostro tempo, il partito Radicale rappresenti tuttora, e lo dico dopo i referendum, un pericolo per il regime che abbiamo in Italia, a causa della sintonia con l'immensa maggioranza del nostro paese». Parlando, poi, del suo attuale rapporto con Silvio Berlusconi, Pannella sottolinea di non vedere "un minimo di sintonia con lui". "Oggi e di recente - ha aggiunto - ho avuto una serie di contatti su vari temi con Berlusconi e gli ho detto che le cose sono o troppo in alto o troppo in basso per lui. Continuo comunque a sperare di potere concorrere insieme per dare un contributo positivo alla politica italiana, e questa è una condizione che ritengo ancora possibile».
«Il problema vero è che la Corte Costituzionale, funzionando come funziona da vent'anni, è davvero la suprema cupola della mafiosità partitocratrica che lotta contro la lettera della legge, sia per quanto riguarda la Costituzione, sia per le piccole leggi», dice Pannella parlando del quorum non raggiunto da nessun referendum negli ultimi dieci anni. «Qui la magistratura - ha aggiunto Pannella - ha le funzioni che nei decenni scorsi avevano gli eserciti quando si trattava di controllare le democrazie. La sconfitta ai referendum c'è stata perché invece di fare lo scontro su quello che c'era nella legge sulla procreazione assistita i quesiti sono stati sminuzzati, resi incomprensibili. Messa così non sarei andato a votare nemmeno io».
«Purtroppo noi radicali siamo diventati un'etnia, nostro malgrado». «Ciò non toglie - ha aggiunto Pannella - che abbiamo una capacità e un materiale di governo. Nei novanta referendum promossi durante tutta la nostra storia, sia quelli mancati che quelli vittoriosi, c'è scritto un programma politico di governo che in trenta giorni noi potremmo approntare per un governo al quale all'improvviso fossimo chiamati. Voglio ricordare il problema del debito pubblico, che è un massacro generazione dopo generazione e che Berlusconi sta per lasciare aumentato. Senza l'euro, poi, saremmo già morti. Ma qualsiasi programma di governo in Italia al quale potremmo concorrere deve avere presente innanzitutto i problemi di libertà e di laicità».

Mauro Cascio


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