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Latina. Otto per mille. Una volta si moltiplicavano pani e pesci. Oggi si moltiplicano i soldi dei cittadini grazie ad infinite speculazioni...
Grazie al meccanismo dell’8 x mille, nel 2004, la Chiesa Cattolica ha potuto prelevare dalle casse dello Stato italiano
ben 936 milioni di euro. Se si tiene conto del fatto che, in occasione della presentazione
annua della dichiarazione dei redditi, in media solo tre italiani su dieci firmano la
casella per destinare l’8 x mille del loro prelievo fiscale alla Chiesa Cattolica, c’è
da chiedersi come sia possibile arrivare a cifre così cospicue. Ebbene, questa straordinaria
moltiplicazione di euro è possibile grazie alle caselle lasciate in bianco dai contribuenti:
ben 65% nel 2004. Accade allora che per il meccanismo della ripartizione, previsto dall’articolo 37 della legge 222 del 1985, che recita: “in caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse”, è la Conferenza episcopale italiana ad essere favorita. Pertanto, più aumentano le astensioni più si accrescono gli introiti per la Chiesa Cattolica. Un meccanismo che proprio tanto democratico non sembra.
A voler fare qualche previsione per il 2005, tenendo conto anche dell’aumento del gettito Irpef, la Conferenza episcopale italiana, solo col meccanismo di cui ci stiamo occupando, dovrebbe arrivare ad incassare un miliardo di euro circa. Una cifra considerevole, dunque, ma utilizzata dalla Chiesa soprattutto per il mantenimento dei suoi apparati, e in minima parte (20% circa), per gli interventi caritatevoli ed umanitari, contrariamente a quanto le suadenti pubblicità che invitano a firmare a favore della Chiesa cattolica vorrebbero far credere. Con buona pace dei contribuenti.
Maria Mantello
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