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Latina. Oltre le superstizioni. Franco Cordero su Repubblica: «La chiesa cattolica dovrebbe evitare di occuparsi di etica e di religione»

Tra le varie argomentazioni contrarie a un ruolo della Chiesa, e in generale delle religioni e delle credenze popolari, nella definizione dell’etica pubblica, quella espressa da Franco Cordero in un lungo articolo su Repubblica si segnala come la più gustosa. La sua tesi è che "l’etica sia valore umano, implicitamente ateo o almeno laico, agli antipodi del panico mistico". Quello che Cordero chiama panico mistico è il timor di Dio, fondamento di tutte le religioni, che viene descritto come una forma di asservimento a un’autorità malvagia e intrinsecamente immorale. Questo Dio immorale è quello della tradizione biblica, giudeo-cristiana, e non ne azzecca una. Crea l’umanità per divertirsi a farla soffrire in eterno tra le fiamme dell’inferno, per scontare un peccato del capostipite, che "è giustizia da orchi". Letta così la Creazione "prefigura su scala cosmica gli stupidi passatempi d’una conventicola criminal-psicotica nelle Cent Vingt Journées de Sodome". Se Dio padre è un antesignano del marchese De Sade, è evidente che appellarsi alla fede in lui per fondare una morale è improponibile. Il tratto fondamentale dell’etica cristiana, il riconoscimento del libero arbitrio, su cui qualcuno legge (arbitrariamente?) il concetto di persona umana, non convince affatto Cordero. Sant’Agostino, che in una celebre controversia con i manichei, dai quali originariamente proveniva, ha affermato in modo più netto questo principio di libertà, subisce una requisitoria distruttiva. L’Agostino di Cordero è un "efferato antiumanista". Sarebbe stato tra i primi esponenti della religione a "processare le idee dell’uomo" e, per giunta, sarebbe stato "un sessuomane dalla fantasia cupa". Con argomenti di questo genere Cordero non solo nega il diritto della Chiesa di "ingerirsi" in questioni morali, ma anche di occuparsi di temi specificamente religiosi. La lotta di Agostino contro i manichei, ovviamente, appartiene a quest’ultima categoria, ma per Cordero quella setta propugnava le "idee dell’uomo" e per questo Agostino è un "antiumanista".

Mauro Cascio


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