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Latina. Pennacchi, le maledizioni e gli ambientalisti. Gustavo Giorgi (Legambiente): «Antonio, perché non ce le suoniamo di santa ragione?»
"L'unica è una commemorazione funebre e chiedere mestamente al Dio
sconosciuto di accogliere quell'eucalyptus e maledire gli architetti
barbari - fasci o non fasci - e i verdi di Latina".
A volte Pennacchi straparla e straspara cavolate dimostrando anche scarsa
informazione:
mi riferisco all’articolo con il quale lo scrittore pontino stramaledice
Verdi ed ecologisti pontini accusandoli di mendacio e ciarlataneria per non
essere insorti contro l’abbattimento di un Eucalyptus storico (purtroppo
non il primo e temo neanche l’ultimo) avvenuto in Corso Vittorio Emanuele
Filiberto.
Sono anni che noi di Legambiente (ma ci risulta anche altre associazioni
ambientaliste e gli stessi verdi) denunciamo l’aggressione continua alle
fasce frangivento come parte integrante dell’opera della bonifica che
continuiamo a ritenere importante e che dovrebbe essere preservata anche
nel suo aspetto di ingegneria idraulica: molti sono stati gli esposti (non
solo annunciati ma fatti e documentabili) presentati a tutti gli organi
competenti o interessabili (Sindaci, Vigili Urbani, Corpo Forestale,
eccetera).
Pennacchi, forse un po’ distratto, non se ne è accorto benché le nostre
denunce siano state riportate anche da mass-media. Pazienza.
Ma Antò, che t’hanno fatto stì ambientalisti e stì verdi che non li poi
vedè?
T’hanno bucato le rote de la macchina o t’hanno tirato i mortaretti
appresso a carnevale?
È un classico che molte battaglie ambientaliste cadano nel dimenticatoio
dopo che sono state condotte, spesso, in solitudine e nell’indifferenza
totale. Poi qualcuno si sveglia e comincia a piglià a pesci in faccia un
poco tutti, dall’alto del proprio pulpito.
A parte la risposta piccata, mi piacerebbe capire le ragioni di una simile
prevenzione verso il mondo ambientalista da parte di Pennacchi anche perché
rappresenta una opinione che riscontriamo di frequente nel pensiero comune;
opinione spesso superficiale e poco documentata ma, a volte, con qualche
ragione. E allora una proposta: perché non ne parliamo (magari in pubblico)
e se è il caso ce le "sonamo" de santa ragione?
Al Dio sconosciuto non chiedo di accogliere maledizioni a "favore" di
chiunque; c’è già troppo casino e troppa miseria su sta povera terra.
Gustavo Giorgi
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