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San Felice. Consiglio Comunale su Le Cese. Quattro ore di discussione

Una lunga ed animata discussione ha accompagnato il consiglio comunale di San Felice Circeo nella seconda convocazione di giovedì sera. All’ordine del giorno la proposta avanzata dai consiglieri di minoranza di estendere sull’intero comprensorio delle Cese la sentenza Egidi. Ci sono volute più di quattro ore di discussione e lunghi interventi per bocciare la delibera con i soli voti della maggioranza Schiboni. E’ stato un lungo consiglio accompagnato anche dalle ragioni del comune che in più occasioni, sul piano tecnico, sono state illustrate dai funzionari Annamaria La Forgia e Domenico Matacchioni. L’intento delle opposizioni era quello di avviare anche sulle terre delle Cese lo strumento dell’affrancazione per liberare le terre da gravami. Secondo il comune invece la strada indicata dalle minoranze non può essere intrapresa proprio per la mancata chiarezza che deriva da altre sentenze che dichiarano che quelle terre sono di uso civico ed anche perché la sentenza Egidi si fonda sul principio che trattasi di un dispositivo che fa stato tra le parti. Insomma per vedersi riconoscere il beneficio dell’affrancazioni gli abitanti delle Cese dovrebbero avviare analoga causa di Egidi. E proprio questa circostanza era stata chiarita anche dal consigliere Egidio Calisi che nel marzo del 2004 scrivendo una minuta al consigliere Claudio Petrucci a nome anche di Mario Vittorio Capponi e Eugenio Saputo dichiarava ed affermava che se per Pantano Marino la strada poteva essere quella di estendere gli effetti della sentenza 60 per le Cese non si poteva parlare di estensione degli effetti della sentenza Egidi. Circostanza affermata dallo stesso Calisi il quale ha anche ribadito di aver cambiato idea nel merito. Dal canto suo invece il sindaco Giuseppe Schiboni al termine della lunga discussione ha riassunto quanto fatto dall’attuale amministrazione e quanto realizzato dalle precedenti giunte. “Posso sinceramente dire – ha detto Schiboni – che per me qualsiasi strada è buona, l’importante è che si agisca nell’interesse dei cittadini. Siamo l’unica amministrazione che ha alienato le terre, le ha affrancate ed è aperta anche ad altre soluzioni. Se a Pantano Marino oggi si affranca – ha detto ancora il sindaco – lo si deve a quegli atti che il sottoscritto ha depositato in corte di appello e che hanno determinato il pronunciamento della corte. Dopo la bocciatura della delibera sulle Cese i consiglieri di minoranza hanno abbandonato l’aula ed hanno richiesto il ritiro dei restanti punti all’ordine del giorno perché inseriti in maniera illegittima nella seduta. La maggioranza compatta invece è andata avanti convinta della bontà dell’azione dell’amministrazione ed ha approvato i restanti punti, tra cui l’esame del piano di riqualificazione di La Cona e i criteri di priorità per l’esecuzione degli interventi di demolizione degli immobili abusivi.

Roberta Colazingari


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