Venerdì 02/05/2025 
Parvapolis
categorie
Home page
Appuntamenti
Cronaca
Cultura
Economia
Politica
Sport


Parvapolis >> Politica

Gaeta. Monte Orlando terra di nessuno? Amato La Mura risponde ad Adriano Madonna: «Poteva chiederlo a noi e non alla stampa locale»

Monte Orlando, terra di nessuno? Forse sarebbe meglio dire: Monte Orlando, terra di troppi, troppi e furbi! L’ecologista Adriano Madonna, dalle pagine di un quotidiano locale, attraverso la cronaca di qualche ora trascorsa nella mattinata di domenica nell’area marina del Parco, racconta di immersioni selvagge, di autostrade di barche e di assenza di sorveglianza da parte delle forze dell’ordine e dei guardiaparco. Parla di «uno scempio e di mancata preservazione della salute delle acque» e chiede una risposta da parte delle istituzioni. «Risposta che gli avremmo data subito», dice Amato La Mura, presidente del Parco Regionale Riviera di Ulisse, «se si fosse rivolto direttamente all’istituzione Parco, ma che siamo costretti a dare a mezzo stampa avendo egli preferito lanciare una serie di accuse senza aver dato agli amministratori del Parco la possibilità di replicare. Secondo Madonna, «quello che rappresenta il vero disagio è la ripercussione sulla fauna e flora acquatica che sembra aver subito negli ultimi due anni danni irreversibili». Allora, se così davvero fosse, si può attribuire la colpa ad un ente che è appena subentrato nella gestione della fascia marina solo da due mesi e non due anni? Allo studioso subacqueo avremmo spiegato, infatti, che solo recentemente, ossia il 17 maggio scorso, l’Autorità marittima ha consegnato all’Ente Parco una superficie marina variamente distribuita nei Comuni di Gaeta, Formia e Sperlonga. E avremmo precisato che, in particolare, a Gaeta il Parco ha avuto in consegna un’area marina di circa 30 ettari prospiciente Monte Orlando, gestita dal WWF fino al 17 maggio scorso… Giova anche ricordare che nel passaggio delle consegne è stato concordato dalle parti che l’Autorità marittima conserva sulle predette aree «l’ingerenza di polizia per quanto è necessario agli scopi dei servizi marittimi». Dunque, tutta colpa dei guardiaparco e dei responsabili del Parco per l’ecologista marino? Proprio in vista del passaggio delle aree marine alla gestione del Parco, i responsabili hanno acquistato e messo in mare tre gommoni (capienza massima sei persone, motore inferiore ai 25 cavalli) per effettuare, in aggiunta a quella delle forze dell’ordine, la sorveglianza a mare. Non solo. Poiché questo Parco è l’unico nella Regione Lazio a gestire 80 ettari di area marina, gli amministratori sono riusciti ad ottenere dalla Regione Lazio, sia pur in ritardo data la peculiarità della richiesta, l’autorizzazione ad effettuare corsi per salvamento; solo un paio di settimane fa, i guardiaparco hanno conseguito il brevetto di Bagnino di Salvataggio in Mare, costituente titolo professionale ed avente valore legale. E i primi seri controlli in quell’area marina li hanno effettuati i guardiaparco proprio sabato scorso, ovvero il giorno prima delle accuse rivolteci da Madonna: hanno rilevato, inf atti, la presenza di imbarcazioni e di diving che avevano «dimenticato» di comunicare al Parco – e quindi alle autorità marittime – la loro presenza in quelle acque e i nomi delle persone che stavano effettuando immersioni (senza autorizzazioni)! Bene ha fatto, dunque, il subacqueo Madonna ad andare ad immergersi, costretto da un «caldo eccessivo», al largo. Perché se si fosse immerso nello specchio acqueo racchiuso nell’ambito dei 200 metri dalla costa sarebbe incorso, insieme alla imbarcazione che lo accompagnava – ironia della sorte – fra i subacquei da sanzionare! Nonostante la carenza di guardiaparco in organico specialmente durante la stagione estiva (si devono avvicendare su 534 ettari a terra e 80 a mare), già la settimana scorsa, il direttore del Parco Roberto Mari aveva concordato in sede di concertazione con le organizzazioni sindacali, di costituire una task force antibracconaggio con l’obiettivo di «scoraggiare e multare i cacciatori di frodo». Intanto, Il Parco si è dotato proprio ieri e due nuovi automezzi Suzuki per agevolare il servizio dei guardiaparco e l’Ufficio tecnico sta predisponendo i lavori per delimitare gli ambiti con gavitelli di colore arancione da ubicarsi ad intervalli regolari nell’area di Monte Orlando. E comunque, nelle aree protette del Parco si stanno installando anche pannelli informativi in cui si invitano i visitatori a rispettare l’ambiente e ad assumere un compor tamento consono nel rispetto della natura, della flora e della fauna che costituiscono la vera ricchezza del Parco unitamente alle rilevanze storiche ed archeologiche. Dunque, Monte Orlando, terra di tutti: ma solo di tutte quelle persone rispettose delle regole e del patrimonio storico, paesaggistico, naturale ed ambientale».

Elisabetta Rizzo


PocketPC visualization by Panservice