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Latina. Il multiculturalismo del Panathlon

Il concetto di "multiculturalismo", con particolare attenzione al suo significato nell'ambito sportivo, è stato al centro del XV° Congresso Internazionale del Panathlon, tenutosi a Parma. Il tema delle diversità culturali è di scottante attualità, che nello sport può trovare uno strumento in grado di facilitare l'integrazione fra persone di differente religione e formazione. Una eccellente esemplificazione di ciò è stata fornita dal cortometraggio "Dream team", girato dall'Istituto Comprensivo "Dante Alighieri" di Formia – sotto la guida delle professoresse Lillia Scarino e Pina Prota - e proiettato nel corso del Congresso. Una ragazza musulmana che frequenta una scuola italiana, vinte le iniziali resistenze del padre, decide di partecipare ad una gara di atletica. Il suo rispetto delle tradizioni religiose – al raduno si presenta col burka, e non esce con le compagne di squadra per andare in discoteca - la portano in principio ad alienarsi le simpatie delle altre atlete. Queste, però, comprendono le difficoltà che deve affrontare la ragazza nel vivere in un mondo così diverso da quello a cui è stata educata, e decidono di farle vincere la gara, sperando che in questa maniera si possano accorciare le distanze. Il padre, pur emozionato per il successo, sceso dagli spalti al termine della competizione restituisce alla ragazza il burka. Un finale che vuole sottolineare come sia possibile la convivenza fra diverse culture, senza che l'una debba necessariamente prevalere sull'altra. Il video è stato proiettato durante una recente conviviale del Panathlon Club di Latina, durante la quale il presidente Massimo Zichi ha illustrato ai soci le linee che l'associazione intende seguire nel prossimo futuro. Linee messe in luce durante il congresso parmense dai relatori: Antonio Spallino, presidente della Commissione Cultura del Panathlon International, ha evidenziato in quella sede l'importanza di favorire nello sport il primato dell'etica, della cultura e del fair play. Nello spirito dell'olimpismo che Spallino conosce bene, essendo stato medaglia d'oro nel fioretto ai Giochi di Melbourne '56, il Panathlon si propone di favorire l'amicizia, nella convinzione che il motto dell'associazione – "ludis jungit", ovvero il gioco unisce – sigilli la convinzione della valenza formativa e solidaristica dell'attività sportiva a tutte le età, in qualsiasi condizione psico-fisica, sotto qualunque cielo e senza distinzione di razza, di sesso, di età, come recita lo statuto panathletico. L'importanza del multiculturalismo nello sport è stata spiegata dal giornalista e scrittore Aldo Aledda, prendendo spunto dall'importanza che vanno sempre più assumendo gli insediamenti di diversi gruppi etnici nell'area europea e americana. Due i momenti principali di questo "flusso migratorio": l'ingresso nel nuovo paese di forze nuove, col bagaglio di cultura e conoscenza sportiva che ciascun gruppo reca, e la fase della stabilizzazione, che per molti comporta anche l'assunzione di abiti sportivi. Sin dal suo apparire, nell'Ottocento, lo sport moderno ha mostrato la tendenza ad assumere una dimensione soprannazionale, agendo esso stesso alla stregua di un agente di globalizzazione. Un fenomeno che ha due facce: da una parte le migrazioni degli atleti professionisti negli alti livelli dello sport internazionale, dall'altra coloro che si spostano per motivi diversi da quelli sportivi. Su questi ultimi si è concentrata la ricerca del Panathlon, coordinata da Aledda, che ha dimostrato come lo sport, ponendosi quasi come una "lingua franca", riesca a integrare gli stranieri nella società di accoglienza ed agevoli la comprensione tra culture diverse. Le potenzialità dello sport vanno al di là del suo essere strumento di integrazione: esso diventa anche un mezzo per la cosiddetta "mobilità ascendente" – ovvero accresce la possibilità di favorire relazioni sociali e trovare lavoro, agendo da credenziale – e occasione per dialogare con pari dignità con tutti gli altri segmenti della società. Questa ulteriore valenza sociale dello sport merita di essere portata in primo piano, specie su un territorio come quello pontino nel quale la questione dell'integrazione culturale si fa sempre più pressante: una missione che il Panathlon Club di Latina intende promuovere e sviluppare.

Rita Bittarelli


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