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Latina. Emergenza rifiuti. Giorgio Libralato: «Speriamo di trovarci davanti ad una svolta e che la questione sia affrontata seriamente»

Dopo quarant'anni di servitù della discarica a Borgo Montello, dopo che da circa 20 anni la provincia di Latina affronta il problema rifiuti come un'emergenza costante e continua, prima il Presidente della Provincia poi il Sindaco della città capoluogo scrivono al Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. È strano osservare che il problema non si è risolto in cinque anni di "filiera di governo" dal Comune, alla Provincia, alla Regione guidati dalla destra, alla cui filiera, per gli ultimi 4 anni si è aggiunta anche quella nazionale. È invece importante e fondamentale questa richiesta di aiuto che è il segnale, speriamo, di un diverso modo di amministrare, dopo decenni i cittadini, le associazioni, i verdi forse vengono ascoltati? I rifiuti sono un problema della comunità e da questa devono essere risolti, i modi indicati dagli studiosi dell'argomento (oltre che ovviamente da i cittadini, le associazioni, i verdi) consistono nella riduzione, riuso, riciclo dei rifiuti, quindi in una diversa cultura. È necessario quindi far diventare patrimonio comune, partendo dalla scuola, arrivando a tutti i modi di aggregazione e informazione, di effettuare una vera rivoluzione (l'unica possibile) sociale ed economica, ambientale e politica. Per questo l'aver speso circa 4 milioni di euro in tre mesi dalla Giunta regionale di destra in carica fino ad aprile (quasi l'intera somma a disposizione per tutto il 2005) senza che si siano visti risultati concreti lascia perplessi. Dopo che l'argomento ciclo dei rifiuti sarà affrontato in maniera corretta, sensibile e propositiva, dopo l'aver rispettato la normativa in materia che prevede la raccolta differenziata almeno del 35% dei rifiuti solidi urbani, dopo aver investito le risorse già pronte per arrivare alla raccolta differenziata spinta, si potrà parlare di come trattare la parte residua (circa il 20%) che non può essere riusata o riciclata. L'argomento dei rifiuti va necessariamente separato dall'argomento energia, così come ha spiegato in modo semplice e chiaro l'assessore regionale all'ambiente Angelo Bonelli intervenuto a Pontinia all'incontro promosso dalla Cia. Le motivazioni di Bonelli: diventando i rifiuti, con il termoinceneritore, combustibile passerà il messaggio che bisognerà produrre una quantità sempre maggiore di rifiuti per rendere conveniente l'inceneritore, sarà disincentivata la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, la minore produzione di rifiuti, imballaggio, con aggravio del consumo delle materie prime, di energia (per le materie prime), aumentando l'impatto ambientale; dovrà essere creata una nuova discarica per i materiali speciali (derivati dall'incenerimento); tutta la zona agricola nel raggio di decine di km sarà ingrassata dalla produzione di diossina, con l'addio all'agricoltura di qualità che per esistere ha bisogno di ambiente sano e non inquinato e/o contaminato; tutti gli immobili nel raggio di decine di km subiranno il conseguente deprezzamento; la logica dell'inceneritore è la stessa del corridoio tirrenico meridionale ottenere forti finanziamenti per far attuare impianti e/o infrastrutture che fanno comodo a pochi imprenditori che sfruttano e impoveriscono il territorio. L'impianto inceneritore comporterebbe l'aggravio sul costo dei RSU pari a 400 euro a persona. Al contrario le proposte di Bonelli, pienamente condivise dall'unanimità dell'esecutivo provinciale dei verdi, sono: sarà separata la questione rifiuti da quella energetica per ridurre la produzione di rifiuti, spezzare il ciclo perverso "più rifiuti, più combustibile" e sarà favorita la produzione di energia rinnovabile; arrivare alla raccolta differenziata spinta del 70/80% dei RSU, come avviene in sempre nuove realtà in Italia, significa aumentare del 200% il numero di occupati nel ciclo dei rifiuti (circa 35 con l'incenerimento, circa 700 con la raccolta differenziata), ridurre il costo del ciclo dei rifiuti, ottenere materiale recuperato (che adesso acquistiamo dall'Estero), avviare nuove attività economiche. Con la raccolta differenziata oltre a risparmiare i 400 euro a persona, il risparmio per il costo minore, per i contributi dei consorzi obbligatori varia dal 5 al 20%, ai quali aggiungere ulteriori contributi.

Andrea Apruzzese


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