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Latina. Trasporti, abbonamenti a pagamento anche per anziani. Giorgio De Marchis: «Questo è l'ennesimo brutto colpo ai servizi sociali...»
«I provvedimenti adottati dalla Giunta comunale con la delibera 316 del 1 giugno 2005, oltre a ledere una delle categorie socialmente deboli della città, rappresenta l’ennesima conferma della scarsa credibilità dell’amministrazione comunale di Latina in tema di servizi sociali». Scrive Giorgio De Marchis, consigliere comunale dei Democatrici di Sinistra:
«La decisione della Giunta comunale impone di sostituire le tessere vitalizie che consentivano agli anziani di usufruire gratuitamente del servizio di trasporto pubblico con tessere da rinnovare annualmente al costo di dieci Euro.
Gli effetti di questa delibera vanno a colpire una categoria che di fatto, per necessità, si trova ad essere il principale utente di un servizio di trasporti pubblici arretrato e totalmente inadeguato.
La delibera, già ingiusta di per sé, è ancora più sconcertante se si pensa che è destinata ad avere effetti retroattivi, costringendo i titolari delle tessere gratuite a pagare per un diritto già acquisito, per un servizio che l’amministrazione aveva promesso come vitalizio.
In questo modo il Comune sta togliendo con la mano sinistra quanto aveva dato con la mano destra.
Qualche anno fa veniva annunciato che gli anziani avrebbero potuto usufruire della tessera vitalizia ed oggi si dice che quelle tessere non sono più valide, che debbono essere sostituite con altre a pagamento.
Prescindendo dal dato economico, penso che un provvedimento di tale portata, non possa essere esteso retroattivamente. Se l’amministrazione voleva adottare questo genere di politica in tema di trasporti pubblici, avrebbe quanto meno dovuto limitare gli effetti della delibera agli utenti futuri, vale a dire a coloro che compivano settanta anni successivamente all’entrata in vigore della stessa.
Anche alla luce di quest’ultima decisione, non si può fare a meno di rilevare come questa amministrazione comunale non si risparmi più nel colpire le classi sociali deboli e disagiate.
Infatti, dopo aver aumentato le rette per i servizi a domanda individuale, che colpiscono maggiormente le giovani coppie, oggi colpisce gli anziani con un provvedimento sbagliato ed ingiustificato.
Sono convinto che, se davvero c’era un’esigenza economica di copertura dei costi, questa poteva essere risolta trovando dei fondi in bilancio, magari proprio con la prossima manovra di assestamento.
Infine, occorre sottolineare che, dopo questa decisione, la credibilità dell’amministrazione in tema di servizi sociali è scesa sotto lo zero. Infatti, mi chiedo in futuro chi potrà più credere alle proposte sociali del Comune, visto che ciò che oggi viene promesso e concesso, a distanza di un anno potrebbe essere clamorosamente ritrattato.
Non si può consentire che questa manovra passi e pertanto presenterò una mozione in Consiglio comunale per chiedere la revoca della delibera 316 del 1 giugno 2005 e un generale ripensamento del provvedimento, quanto meno revocandone l’efficacia retroattiva».
Elisabetta Rizzo
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