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Latina. Crisi in Comune. Domenico Di Resta: «Penso sia ora di dire basta. O si risolve, o Zaccheo tragga le conclusioni e rassegni le dimissioni»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Domenico Di Resta, consigliere regionale dei Democratici di Sinistra.
La crisi in comune sta capitalizzando l'attenzione nelle ultime settimane. Lei che ne pensa?
«Penso sia ora di dire basta. O si risolve, o questa maggioranza, che pure aveva i numeri per ben
governare, ne deve trarre le conclusioni facendola finita a questo gioco delle parti».
Una crisi politica o amministrativa? «C'è un nesso tra le due cose. Abbiamo un fallimento dell'esperienza
politica, unicamente al fallimento della Giunta Zaccheo che, in perfetta continuità con Finestra, ha
sposato una politica dei grandi annunci, seguiti da ben poco. Pensiamo alle Terme, al Parco Tematico,
giusto per rimanere alle cose più note. E dopo la sconfitta alle regionali Latina diventa luogo di scontri
per conquistare maggiori posizioni. Ma tutto questo ai cittadini non interessa».
Intanto dalla Regione due importanti finanziamenti proprio per il Comune di Latina...
«È la prova più netta ed evidente che il centrosinistra non ha pregiudizi di sorta. Noi non diamo
i soldi a Zaccheo o Fazzone. Noi diamo i soldi al nostro territorio. E in questi pochi mesi abbiamo
stanziato più fondi noi che non Storace in cinque anni. Questo per dimostrare che noi vogliamo
dare risposte concrete aldilà dei colori politici». Sono due le notizie politiche della settimana. La sfiducia a Zappalà, a Pomezia.
E i voltagabbana. Giuseppe Coluzzi cambia Polo. E Paride Martella annuncia la sua candidatura alle
politiche, nelle file del centrosinistra. Lei come commenta? «Su Zappalà penso che voleva fare il Sindaco di Latina.
Ebbene, penso che questa sua esperienza non sia un buon viatico. Lui deve fare il suo mestiere, il parlamentare europeo.
Magari concentrarcisi meglio, visto che non è stato di grande aiuto per la nostra provincia. Martella è funzionale
ad un rafforzamento globale del centrosinistra. Ben vengano iniziative del genere. Ben vengano cioè le forze moderate
che non si riconoscono nel centrodestra. Noi ci auguriamo che questo processo si allarghi: raccogliere riformisti moderati».
Elisabetta Rizzo
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