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Latina. Bieticoltura a rischio. Pasquale Verrengia (Cisl): «Per un verso o per un altro la nostra economia corre verso il baratro...»

"Trovo un segnale incoraggiante che si sia raggiunta tanta convergenza di associazioni di categoria, sindacati, forze politiche e istituzioni su un'unica proposta. La gravità del problema meritava una risposta unanime del territorio -ha detto Giulio Subiaco, Presidente Provinciale dell'Unione Generale Coltivatori (Ugc) Cisl-, se l'Unione Europea, prossimamente, dovesse decidere di abbassare la quota di produzione di zucchero attualmente assegnata all'Italia, e per conseguenza determinare una minor richiesta di barbabietole da parte delle industrie saccarifere, da queste ultime dobbiamo pretendere e ottenere, tutti noi insieme, equità di trattamento su l'intero territorio nazionale. Non si può, da un giorno all'altro, decidere di non comprare più le barbabietole di Latina, mettendo unilateralmente in discussione contratti di fornitura consolidati, mentre da altri territori si continuerà a ritirare lo stesso quantitativo degli anni passati. Se proprio la produzione deve diminuire, è giusto che il danno venga ripartito proporzionalmente fra tutti i bieticoltori italiani. E intanto, battiamoci tutti perché l'Unione Europea non abbassi la quota italiana di produzione di zucchero". Si era riunito il 1° settembre il Tavolo Verde Provinciale, per discutere del rischio che in Provincia di Latina scompaia - in un solo colpo - la coltivazione della barbabietola, se le industrie saccarifere confermassero l'intenzione di non ritirare la produzione della prossima stagione. Un settore in cui operano circa 1000 aziende, per una produzione annua che supera i 5 milioni di euro, senza contare il valore aggiunto dall'indotto (a partire da circa 200 aziende di trasporto), e senza contare che già all'epoca della chiusura dello Zuccherificio di Latina Scalo le superfici coltivate a barbabietola in Provincia crollarono da 4000 a circa 2000 ettari. Data la situazione di emergenza la partecipazione alla riunione del Tavolo Verde era stata allargata anche alle rappresentanze di tutte le amministrazioni comunali, le forze politiche, sociali e sindacali della Provincia. Da qui anche l'idea di inviare un documento, sottoscritto da tutti gli intervenuti, per chiedere a Regione Lazio, Governo e Unione Europea, azioni concrete che scongiurino l'azzeramento del settore bieticolo pontino. Il documento, materialmente, è stato firmato venerdì 2 nel palazzo della Provincia. E la Cisl provinciale, che è tra i sottoscrittori del documento, esprime soddisfazione per questo primo risultato. Sulla stessa lunghezza d'onda si trova Angelo Carcasole, Responsabile Provinciale dell'Adiconsum Cisl, che aggiunge "La difesa dei diritti dei consumatori, scopo istituzionale della nostra associazione, passa anche attraverso la condivisione di passaggi importanti come quello che si è verificato oggi in Provincia. Per questo sosteniamo in pieno la posizione che più complessivamente la Cisl di Latina ha assunto sul problema". Infine, Pasquale Verrengia, Segretario Generale della Cisl Provinciale di Latina: "Credo che sia tempo di renderci conto che l'economia della nostra Provincia - oggi per un "caso", ieri per un altro - corre sempre più velocemente verso il baratro. Oggi parliamo di crisi dell'agricoltura. Un settore strategico per il territorio, dove nel 2004 lavorava circa il 7% degli occupati della Provincia, contro una media nazionale inferiore al 5%. Un settore, però, dove il numero di lavoratori dipendenti dal 2002 al 2004 è diminuito di quasi il 70%, senza contare l'occupazione perduta nell'indotto, nelle attività di distribuzione e commercializzazione dei prodotti agricoli, così come nell'industria conserviera o di trasformazione. L'unità d'intenti registrata sul documento elaborato intorno al "Tavolo Verde Provinciale" deve avere un seguito, servendo anche da sprone a tutta la classe dirigente politica pontina, sia locale, sia i consiglieri regionali eletti qui, tutti i nostri onorevoli, senatori ed euro-parlamentari, affinché sia tutelato un bacino occupazionale importantissimo per l'equilibrio socio-economico della Provincia di Latina. Ma se dovessi indicare oggi una priorità nell'agenda degli impegni, metterei al primo posto la concertazione tra Provincia, sindacati e imprenditori di tutte quelle misure che darebbero certezze sui piani industriali delle aziende conserviere o di trasformazione di ogni genere di prodotti agricoli, proprio perché il "caso" delle barbabietole non si ripeta domani in un altro comparto, e poi in un altro ancora, fino ad azzerare del tutto la nostra agricoltura, un tempo così fiorente".

Elisabetta Rizzo


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