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Venezia. E se «La bestia nel cuore» diventasse un Leone?

Sconfessando le infuriate esternazioni di Roberto Faenza che lamentava una presunta ostilità della Giuria contro i prodotti nazionali, Cristina Comencini infiamma il Lido di Venezia con il suo «La bestia nel cuore», film dal tema difficile e scabroso, una sorta di scommessa vinta con un pubblico che spesso si è dimostrato rigido e che alla Comencini ha invece regalato applausi a scena aperta. Con sottile grazia ed eleganza della fotografia, la regista, autrice tra l’altro del libro a cui la pellicola è ispirata, porta sullo schermo la sofferta esistenza di due ragazzi, Sabina e Daniele che hanno tenacemente ricostruito la loro vita sommergendo un tremendo segreto familiare. Basta un evento naturale come la morte dei due anziani genitori, per fare riemergere strani incubi, sprazzi di flashback che restituiscono un’immagine deformata: dietro infatti la calma piatta di questa famiglia borghese composta da due insegnanti di liceo e due figli, si nasconde l’ombra dell’abuso, della violenza perpetrata ai due bambini. Intensa e toccante l’interpretazione di Giovanna Mezzogiorno, efficace anche Luigi Lo Cascio, se pur limitato nella sua presenza in scena. Si confermano la grande professionalità ed il talento di Alessio Boni che, ironicamente, si trova a mettere in scena una carriera tanto, troppo simile a quella di tanti attori di casa nostra, denunciando la frustrazione di quanti lavorano per una televisione sempre più all’insegna del low profile. Il film, che ha rischiato la scomunica della censura –si parlava di vietarlo ai minori di 14 anni a causa di un bacio saffico e di una «visione compromessa del nucleo familiare»- , censura fortemente osteggiata e ricusata dalla Comencini, risulta comunque gradevole e leggero, grazie ad un tono minimale e sussurrato, con quegli slanci di comicità regalati dai due bravi caratteristi dell’occasione, Angela Finocchiaro e Giuseppe Battiston, a ricordarci la vena innata comica della regista. Brava ed incisiva anche Stefania Rocca, se pure il suo personaggio, con la relazione-evasione con la Finocchiaro, appare un po’ voluto. «La bestia nel cuore» di Cristina Comencini è un bel film, coraggioso e sentito, che ha tutte le carte in regola per trasformarsi in Leone.

Donata Carelli


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