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Latina. Acqualatina, come uscirne vivi. Loreto Bevilacqua: «I cittadini non ne possono più. Questo sta diventando un problema sociale»

Sulle proposte venute fuori dalla riunione su AcquaLatina tenutasi il giorno 23 settembre tra i rappresentanti politici ed istituzionali del centro-sinistra la Margherita esprime un parere favorevole. «D’altronde non potrebbe essere diversamente avendo noi assunto quelle decisioni già da tempo sia nei deliberati del direttivo provinciale sia in incontri pubblici e sulla stampa. A nome del partito sono stato promotore della riunione suddetta nella speranza di trovare un accordo unitario del centro-sinistra che appariva diviso su posizioni contrastanti dei D.S. che fortunatamente sono state superate con la firma congiunta di un documento che sarà il punto di riferimento comune nella conferenza dei Sindaci del 28 settembre 2005 e dell’assemblea dei soci del giorno successivo. Noi crediamo che siano risposte da cui non si può prescindere, per rispondere alle esigenze dei nostri cittadini, consapevoli come siamo che il problema AcquaLatina sta diventando sempre più un problema di natura sociale, di cittadini che non ne possono più di essere tartassati non solo nella bolletta, ma anche nel pagamento di somme di denaro eccessive per lavori di allacci idrici o altro, senza ricevere in cambio un adeguato servizio. Ci sono ancora situazioni di gravi disagi, addirittura nell’approvvigionamento idrico che riguardano numerose famiglie senza che sono state trovate risposte soddisfacenti. Come non possiamo noi del centro-sinistra essere compartecipi della responsabilità di una gestione che in solo tre anni ha prodotto debiti di 14 milioni di euro che oggi devono essere accollati alle amministrazioni interessate. Le responsabilità sono tutte del centro-destra che gestisce AcquaLatina in termini di potere e come una cosa propria, con un rapporto del privato esclusivo con i partiti del Polo. Noi non ci stiamo e diciamo che oltre alla proposta di riduzione dei membri del CDA essi devono essere dei tecnici validi con adeguato curriculum, per una gestione qualificata, sugli indirizzi dati dall’assemblea dei soci. Diciamo anche che se le proposte avanzate non venissero prese in considerazione nessun esponente del centro-sinistra deve accettare di essere presente nel CDA, per non essere poi noi accusati di corresponsabilità nella gestione di cose che vengono decise in altre sedi, che non sono quelle appropriate, come successo in questi anni e che ha portato ad uno stato di sofferenza della società con gravi ripercussioni negative sull’utenza».

Mauro Cascio


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