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Latina. Borgo Montenero, 70 anni in un libro

Borgo Montenero compie 70 anni e un libro della Ego Edizioni celebrerà questo anniversario. Il Borgo, che sorge alle porte di San Felice Circeo, è l'ultimo intervento effettuato dal regime fascista nell'opera di redenzione dell'Agro Pontino, invaso dalle paludi. Il 4 ottobre infatti cade il Settantesimo dalla fondazione, essendo stata fondata il 4 ottobre 1935: così, a Borgo Montenero nella centrale piazza IV Ottobre lunedì 3 ottobre alle ore 20.30 verrà presentata la pubblicazione di 'Montenero 70', un volume di 130 pagine che ripercorre -tramite anche un percorso fotografico inedito- la nascita, lo sviluppo e l'oggi di un Borgo che più di ogni altro nucleo di fondazione ha saputo mantenere intatta la sua architettura razionalista. Il libro è suddiviso in quattro parti: la prima parte, scritta dai giornalisti Gian Luca Campagna e Roberta Colazingari, riguarda la nascita del Borgo e il suo sviluppo sociale e storico, attraverso la testimonianza diretta di chi il Borgo lo ha vissuto e ha lasciato tracce indelebili nel suo contesto, ripercorrendo episodi toccanti come la venuta in Agro Pontino prima della bonifica da parte delle numerose famiglie del Friuli, Veneto e Romagna, che spinte dalla fame e dalla miseria, videro nella redenzione della terra l'unica forma di riscatto e di sopravvivenza. Questa parte tocca anche la nascita del Borgo e il suo stringersi -durante la crescita- attorno alla parrocchia, vero punto di riferimento dell'intera comunità; altra parte di contenuto drammatico resta l'episodio dell'eccidio del 4 maggio 1944 quando 5 terracinesi furono fucilati dall'esercito tedesco proprio nel vecchio campo sportivo del Borgo. Infine, ecco il Borgo oggi, con la sua fiera agricola, cominciata negli Anni Settanta, poi interrotta, poi proseguita dalla associazione 'La Torre', che ha creato le premesse per un'importante fiera ortofrutticola di indubbio interesse, poiché il Borgo produce qualità eccezionali di carote, zucchine e angurie, esportate in tutta Italia. La seconda parte, scritta dalla storica dell'arte Chiara Barbato, riguarda l'architettura razionalista in Italia e il suo proliferare in Agro Pontino, e in particolare a Montenero, disegnato e costruito dall'ingegner Alfredo Pappalardo. La terza parte è curata dal professor Mario Tieghi, storico del territorio, che ha portato un contributo sulle condizioni di vita durante il periodo della bonifica dell'Agro Pontino e di Montenero. Infine, la quarta parte, è una ricerca storica curata nei minimi particolari da Alberto Guzzon, Roberta Morelli e Stefania Sanna, che ripercorrono attraverso una ricerca storica e bibliografica le tappe che portarono le famiglie romagnole e venete in Agro Pontino a cercare fortuna. La parte invece relativa alla grafica e all'impaginazione è stata curata graficamente da Gloria Tesei, grafica pubblicitaria. Montenero è una città o un 'borgo di servizio' come ce ne sono tanti attorno alle città di fondazione sorte per strappare la terra alle Paludi Pontine? È certo, però, che i borghi rappresentano il primo esempio di urbanizzazione del territorio, il modo in cui il Consorzio di Bonifica, che comincia in Agro Pontino la sua incisiva opera di redenzione nel 1928 tenta di penetrare in una natura che respinge l'uomo. Borgo Montenero conosce la sua storia parimenti alla nascita di Pontinia, terza 'città di fondazione' dopo Littoria e Sabaudia, ma è anche giusto dire insieme a Borgo Hermada e Borgo Vodice. Borgo Montenero sorge all'interno dei confini del comune di San Felice Circeo e ricorda un poco come pianta quella di Borgo Faiti. Innanzitutto, sorge a ridosso della maggiore delle arterie dell'Agro (l'Appia è ancora la regina di ogni via), in una zona compresa tra due realtà fertili come Sabaudia e San Felice. Ma non è che i tre borghi (Vodice, Hermada e Montenero) sono soltanto degli avamposti fertili per centri rurali dotati di poderi altrettanti fertili. La sua è una pianta quadrata, suddivisa a sua volta da tre settori rettangolari: in quello centrale insiste la piazza con gli ampi giardini, dominata dalla torre littoria a forma di fascio (adoperata anche come serbatoio idrico), alle cui spalle sorge pure il campo sportivo; nella parte inferiore, a sinistra guardando con alle spalle la torre, ecco che sorgono i servizi come la scuola rurale, la chiesa, gli alloggi per l'Onc e altri edifici; a destra, invece sorge la zona residenziale col dopolavoro e la casa del fattore; leggermente decentrati, a destra della torre ecco il mulino, a sinistra invece eco il Consorzio agrario. Insomma, l'insieme che si presenta è perfettamente unitario, come fosse un antico castrum, dove domina il decoro e la semplicità anche negli arredi. E la particolarità è però un'altra. È l'unico borgo dotato di cimitero (eccezion fatta per quello di Montello, che comunque ha adoperato un nucleo già esistente, essendo l'ex Conca un borgo di origine medievale), situato fuori dalla circonvallazione. E la presenza di un cimitero fa sorgere la domanda se Montenero non doveva essere una città piuttosto che un villaggio.questi e altri aspetti verranno trattati all'interno della presentazione del volume 'Montenero 70' a Borgo Montenero lunedì 3 ottobre ore 20.30 in piazza IV Ottobre. Il volume 'Montenero 70' è l'ottavo della serie della casa editrice Ego, casa di Latina, diretta da Gian Luca Campagna, Gianni Caputo e Simone Altobelli. Il libro sarà distribuito in libreria al costo di E. 5,00 dopo la presentazione di lunedì 3 ottobre.

Mauro Cascio


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