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Latina. Le "ambiguità" di Vittorini e quelle della storia. Antonio Pennacchi sull'Indipendente: «Fascismo e comunismo sono fratelli carnali»

Il libro di Mirella Serri, I redenti, ha riproposto su tutti i giornali la questione - che peraltro va avanti da più di cinquant'anni - degli "intellettuali che vissero due volte: 1938-1948", ma Nello Ajello su Repubblica dice che la Serri ha scoperto l'acqua calda: "Non sacrifica l'impegno e lo scrupolo documentario", però si sapeva già tutto: "Coloro che più efficacemente coadiuvarono lo sforzo di Palmiro Togliatti nel dotare il Pci di un'ossatura culturale 'militante' erano in buona parte gli stessi di cui in precedenza si era circondato il ministro Giuseppe Bottai", soprattutto nel quindicinale Primato, "una vera corazzata della cultura fascista". Del resto, tutta la letteratura italiana più "impegnata" del secondo Novecento viene dal fascismo - da Moravia a Vittorini - ma anche il cinema neorealista e tutte le altre branche della cultura: non è che a De Sica o Rossellini non gli avessero mai fatto fare un film, prima, o li riempissero d'olio di ricino ogni volta che si presentavano a Cinecittà.
Sono però cinquant'anni che a tutti questi intellettuali viene ogni volta, immancabilmente, riattaccata l'etichetta di ambiguità quando non proprio di opportunismo: "Ah, queste cose non si fanno". A parte il fatto che t'avrei voluto vedere a te, resta comunque che gli interessati non hanno lasciato purtroppo esaurienti ed esaustive giustificazioni. Carlo Muscetta tirò fuori La dissimulazione onesta di Torquato Accetto, Delio Cantimori il "nicodemismo" - da Nicodemo, che nei Vangeli andava a sentire Gesù solo di notte e di nascosto, perché nessuno lo vedesse - e tanti altri i "lunghi viaggi attraverso il fascismo", per sostenere, in pratica, che loro, dentro, fascisti non erano stati mai: fingevano. Pochi, invece, non lo hanno mai nascosto, vivendolo però con fortissimo senso di colpa, da Enzo Forcella a Ludovico Quaroni, che si batteva quasi tutti i giorni il petto prima di iniziare le lezioni (almeno così dicono i suoi allievi). Ambigui tutti quindi - venduti - e opportunisti. Ma il più ambiguo di tutti è Togliatti che se li è presi. Quello non guardava in faccia a nessuno, era il Diavolo in persona, gli facevano comodo? E se li è presi. Gli unici erano gli azionisti - gli unici puri e immacolati - che hanno mantenuto le doverose distanze. Ora - a parte il fatto che gli azionisti, nonostante tutti i peana che gli si possano fare adesso, non hanno mai contato un cazzo nella storia effettuale del Paese - è mai possibile che a nessuno venga in mente, da cinquant'anni a questa parte, che non d'ambiguità di singoli s'è trattato, ma d'ambivalenza dei fenomeni? Ma tu davvero credi che Elio Vittorini fino al 24 luglio era una persona e il 25 a mattina s'è svegliato che era un'altra? Quello sempre Vittorini era, sia prima che dopo. Vattele a leggere le robe che ha scritto, sia prima che dopo. Sempre anticapitaliste sono. E pure Piccinato, non solo su Primato, ma su Architettura, su Urbanistica. Vatti a vedere La conquista della terra. E vatti a vedere quello che scrive Togliatti nel 1935 nelle Lezioni sul fascismo. Altro che ambiguità, vuoi di Togliatti o vuoi degli intellettuali.
Il fascismo nasce da una costola della sinistra di classe. Poi fa gli accordi con la destra economica e la corona, ma i suoi contenuti di sinistra restano tutti: fa lo Stato sociale e dà la terra ai contadini. La toglie ai ricchi e la dà ai poveri. Fa gli espropri. A te pare un concetto di proprietà da regime di destra? Vallo a chiedere a Berlusconi se sei capace. Ma pure a Prodi. Fino al 25 luglio tutta l'Italia era fascista, sia di destra che di sinistra. Certo c'era stata la dittatura, la guerra, la sconfitta - che è peggio di tutto - e poi la guerra civile, e così il fascismo bianco cambia nome e assume quello di Dc, il fascismo di sinistra Pci e Psi. Che c'è di strano? E' il "continuismo", mica ci vuole il mago. Solo quei matti di Salò continuano a dirsi fascisti, autorizzando tutti gli altri a lavarsi le mani: "Fascismo di qua e comunismo di là - nemici e diversi per sempre - e chi dice il contrario è un ambiguo". Ma ambiguo sei tu. Sul piano strutturale - in termini marxisti - siamo solo fratelli separati. Caino e Abele si possono ammazzare pure tutti i santi giorni di tutta l'eternità - svegliandosi borgesianamente ogni mattina e riammazzandosi appena si incontrano - ma sempre fratelli restano per tutta l'eternità, stesso sangue e stessi cromosomi. Poi, se tu sei sordo perché non vuoi sentire, allora è un altro paio di maniche, possiamo restare pure noi a parlare tutta l'eternità. Non serve a una sega.

Antonio Pennacchi


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