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Latina. Primarie. Antonio Pennacchi: «Silvio Berlusconi ha superato ogni limite di decenza, col Proporzionale e col regalo dell'Ici ai preti»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Antonio Pennacchi, scrittore, l'ultima sua fatica è il "Fasciocomunista" pubblicato da Mondadori, collaboratore di varie riviste nazionali. Sull'Indipendente e su ParvapoliS abbiamo letto del suo ripensamento. Scrisse: "Non volevo votare. Invece eccomi qua". Cosa è successo? «È successo che voto Prodi. Guardate, io non sono di quelli che si illude che una volta che vinciamo noi cambia tutto quanto. Io lo so che ci sono delle difficoltà nella gestione del Paese, che non è facile, e tiritì e taratà. Però la situazione attuale è insostenibile. Berlusconi ha superato ogni limite di decenza. Penso a questa storia del Proporzionale. Così. Dalla sera alla mattina. Un livello di buffoneria che non avevo mai visto». Il cambiamento è necessario? «La gente fa come gli pare. Ma se si vuole un po' di serietà, a questo punto sì. Esistono i problemi reali nel Paese. Non si può dire che la colpa è tutta di Berlusconi, quello è il diavolo e noi siamo i santi. Ma manca la serietà. Qui si tratta proprio di prendere per il culo la gente». Lei ha scritto per esempio che lo Stretto di Messina la vede d'accordo... «Ci sono cose che vanno fatte e lo Stretto di Messina va fatto. È giusto farlo. Io sono convinto che anche ai giudici vada data una bastonata. Però, vi ripeto: il livello di arroganza, di scempiaggine raggiunto da questo gruppo dirigente è insopportabile. Tu ci hai fatto votare per il referendum, dalla sera alla mattina mi dici: no, mo facciamo il proporzionale. E poi sto fatto che dici: mo gli leviamo l'Ici ai preti. Roba da guitti, da buffoni». Un'analisi complessiva? «Mi può stare pure bene che governi la destra. Io chiedo efficienza, efficacia, serietà. La gente seria conosce le dimissioni». Cosa ne pensa della sinergia tra radicali e Sdi e quindi dell'ingresso dell'area socialista e radicale nell'Unione? «Guardi, io sono uno che storicamente è stato contro i radicali. Ho sempre ritenuto che i radicali fossero agenti della Cia. Non mi sono mai piaciuti. Sono antisindacali, antipopolari, antioperai. Ma in questa fase io sono felice di questa ipotesi. Credo che all'interno del centrosinistra la proposizione di un forte valore laico sia necessaria. È importante che si dica alla chiesa: tu fai la chiesa e ai preti: voi fate i preti. Ma lo fate dentro la chiesa. In piazza, per cortesia, no. Tu sei pure padronissimo, cardinale Ruini, di fare i comizi. Ma mi ridai indietro tutti i soldi del concordato. E poi ti presenti pure alle elezioni. Altrimenti fai il prete e la politica la fanno gli altri. Quindi sono felice che ci siano i radicali. Ma io sarei ancora più felice se ci fossero pure gli altri socialisti, quelli di Gianni De Michelis. Non solo. Ma pensiamo a Sgarbi. L'abbiamo cacciato fuori manco fosse un cane rognoso. Qui riproponiamo le vecchie logiche: ah noi di sinistra siamo i fighetti, i meglio, e poi gli altri ce li perdiamo. Significa non utilizzare le intelligenze che pur ci sono. Perché Sgarbi non è classificabile come destra o sinistra. Sgarbi è una persona intelligente. Il suo, certo, è un pensiero laterale. Ma non dimentichiamoci che lui si è scontrato col Ministro di quel governo di quei buffoni. E noi lo abbiamo preso a calci. Io avrei votato Sgarbi se fosse stato candidato alle primarie. In questo caso voto Prodi». Follini si è dimesso dall'Udc. Una mossa per entrare nel centrosinistra? «Ma che me frega a me di Follini, facesse quello che vuole. Pora bestia. È bravo, è simpatico. È onesto. Ma è sempre democristiano».

Elisabetta Rizzo

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