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Latina. Libera Chiesa in Stato cattolico. Maria Mantello: «A Joseph Ratzinger continua a stuzzicare l'idea della prospettiva tomistica...»

Ottenere una legislazione universalmente cattolica è stato sempre l’obiettivo della Chiesa. Anche Ratzinger lo va riaffermando con sempre maggiore insistenza. «Dio non può essere bandito dalla vita pubblica», aveva detto il 2 ottobre, nell’omelia d’apertura del sinodo dei vescovi dedicato all’Eucarestia. Benedetto XVI è tornato sulla questione che tanto gli sta a cuore, in occasione del convegno "Libertà e Laicità" del 15 e 16 ottobre, promosso dalla Fondazione Magna Carta, inviando a Marcello Pera, che di essa è presidente onorario, una missiva datata 11 ottobre. Con questa lettera, Ratzinger ha ribadito in pratica la richiesta del superamento definitivo di ogni separazione tra Stato e Chiesa. Qualsiasi legislazione statale -ha detto il papa- deve tener conto dei diritti fondamentali dell’uomo, che "non vengono creati dal legislatore, ma sono iscritti nella natura stessa della persona umana, e sono pertanto rinviabili ultimamente al Creatore". Niente di nuovo. Si pensi ad esempio agli scritti di s. Tommaso sulla dipendenza tra natura umana e società umana subordinate ad un’unica presupposta legge universale divina che le legittimerebbe. I diritti fondamentali di cui parla papa Ratzinger, sono principi comportamentali già tutti codificati in questa prospettiva tomista, in quanto sarebbero stati iscritti in ognuno al momento della mitica creazione, che ne giustificherebbe "il loro fondamento nell’essenza stessa dell’uomo". Un’idea di anima, sarebbe l’essenza dell’essere umano, caratterizzato, scrive sempre il papa, da "quel senso religioso in cui si esprime l'apertura dell'essere umano alla Trascendenza". Ogni essere umano, in virtù della presunta anima, sarebbe programmato quindi ad agire ed obbedire nella fede, strutturalmente proiettato al cielo, alla trascendenza. Compito dello Stato, secondo il papa, sarebbe quello di favorire per legge tutto questo. La religione non più come fatto intimo e personalissimo, ma ostentazione ed imposizione universale. Solo in questa prospettiva, secondo Ratzinger, si può parlare di "Stato sanamente laico" - "che garantisca ad ogni cittadino il diritto di vivere la propria fede religiosa con autentica libertà anche in ambito pubblico". Il catechismo cattolico posto a base del diritto. È una sfida clericale che pone in pericolo la laicità dello stato e con essa la stessa democrazia. Lo Stato laico, infatti, invece di essere garante del libero sviluppo dell’individuo, della sua legittima aspirazione a strutturarsi al di fuori di dogmatismi, nel rispetto reciproco delle singole individualità, dovrebbe trasformarsi nell’assistente ancillare del papa, nell’imporre per legge i precetti clericali che consentano di poter aspirare alla trascendenza, ovvero a conquistare il mitico cielo che l’umanità avrebbe perduto a causa della mitica colpa dei mitici progenitori. Lo Stato, allora, secondo il papa, dovrebbe imporre per legge il riscatto della mitica anima. Le private aspirazioni alla fede, che la laicità garantisce, devono diventare pubbliche e collettive coercizioni. Papa Ratzinger sembra aver individuato da tempo nel Presidente del Senato, Pera, il suo funzionario - crociato prediletto per una Restaurazione giuridica della fede. Tuttavia quest’ultimo dovrà fare i conti con la pletora di chierichetti, che non vogliono mollare l’osso, anzi la croce da scagliare contro gli ultimi baluardi di resistenza laica, che nonostante tutto permangono in questo paese.

Maria Mantello


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