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Latina. Questo trovare. Paolo Diliberto: «Sono riflessioni sulla condizione umana, sulla società, sul tempo dell'uomo, l'universo, l'amore»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Paolo Diliberto, giovane poeta pontino, reduce
dal suo esordio: "Questo trovare", presentato ieri alla libreria Le Nuvole. Quali sono le tue ispirazioni?
«Sono versi che ho scritto in circa dieci anni. Le poesie più vecchie sono del 1996.
Le ultime del 2005. Le motivazioni sono varie. Sono riflessioni sulla condizioni
umana, sulla società, sul tempo dell'uomo, l'universo, l'amore». Quale la tua preferita?
«Probabilmente l'ultima. È la più lunga. Ci sono stato dietro un anno. E sono
contento». Perché rendere pubbliche queste riflessioni? «Perché era ora.
Dopo 10 anni ho sentito che un percorso era chiuso. Certo, le poesie sono poche, sono
23. Però c'è un discorso. Su pressioni di Marco Fressura mi sono deciso». Leggiamo
in quarta: "perché leggendo si frana". Perché? «Questo dovresti chiederlo a chi ha
scritto la quarta. A me è piaciuto. La frana dà l'idea di un terreno incerto. E la poesia
è un mondo dove non hai certezze, punti fermi. Insicuro».
Elisabetta Rizzo
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