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Latina. Il Liberalismo possibile. Benedetto Della Vedova lancia i liberalradicali. «Impossibile dialogare con la sinistra. Meglio Berlusconi...»

Laici, liberali, riformisti, radicali sgomitano per avere spazio nella Casa delle Libertà in quella che è, a loro giudizio, è la sede naturale. «Quello che si è visto nel centrosinistra», premettono, «è uno schierarsi sistematicamente dalla parte opposta rispetto alle riforme liberali indirizzate allo sviluppo e alla modernizzazione». Così nel day after di due eventi significativi come la prima convention dei Riformatori liberali di Benedetto Della Vedova e Marco Taradash e il congresso del Nuovo Psi che ha fatto registrare lo strappo dei giovani socialisti berlusconiani Moroni e Caldoro, torna attuale l’ipotesi di riaprire il dibattito sulla possibile nascita di un “polo laico” del centrodestra. Il leader della nuova formazione radicale della Cdl, Benedetto Della Vedova è in questo senso pragmatico. A fianco alla soddisfazione per i numerosi consensi arrivati all’iniziativa di Rl, tra i quali si sono messe in evidenza quelli del capogruppo alla Camera di An, La Russa e del coordinatore di Forza Italia, Bondi, c’è la volontà dichiarata da parte di Della Vedova «di diventare, da un lato, un punto di riferimento per i radicali che non intendono seguire il partito di Pannella nella scelta di allearsi con lo Sdi e con Prodi. Dall’altra per tutti i laici liberali che vogliono continuare o iniziare a votare Cdl rimasti delusi dalla politica del Governo che in questi cinque anni ha perso lo spirito riformatore del 1994 e del 2001». Tuttavia, rispetto ai socialisti, Della Vedova chiarisce che essere «riformatori e riformisti non è un sinonimo. Ci sono radici politiche, culturali e una impostazione di fondo diversa. Ciò non toglie che naturalmente, poi, nelle concrete scelte politiche e di governo ci si possa ritrovare all’unisono su varie cose». Fatta salva, quindi, l’autonomia dell’iniziativa riformatrice liberale che ha «una fisionomia propria», dice Della Vedova, «per gli aspetti fondamentali: dalla politica internazionale alla giustizia alle scelte economico sociali vuole essereconvergente con la Casa delle Libertà. Su altri temi probabilmente rappresenteremo posizioni che dentro la Cdl sono minoritarie». «Tuttavia», chiarisce il leader riformatore, «credo sia interesse di tutti che il nostro soggetto entri al più presto nelle dinamiche programmatiche della Cdl. Molti elettori della Cdl, di Berlusconi, soffrono perché vedono poco rappresentate le istanze laiche e liberali di cui sono convinti sostenitori». Senza girarci attorno uno dei nodi centrali sono i diritti delle coppie di fatto etero e gay. Della Vedova rivendica: «Berlusconi ha ripetuto con nettezza che su questi temi esistono posizioni differenti. Io credo che sui Pacs dovremo discutere per arrivare a una soluzione che in ogni caso non sia di natura statalista ma che sia davvero una conquista di libertà». La nuova frontiera della Cdl può essere proprio questa. Molti lo temono, altrettanti lo sperano. Chissà che ai Riformatori liberali non riesca davvero il nuovo miracolo italiano.

Elisabetta Rizzo


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