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Latina. Doolin Street. Maria Corsetti: «Chissà perché ma uno la prima guerra mondiale se la immagina in bianco e nero. E senza sole»

Caro Mauro, ieri era la giornata delle Forze Armate e devo ammettere che la banda che sfilava lungo le strade di Latina, l’Inno d’Italia, il Piave mormorava il 24 maggio, l’alzabandiera, l’assoluto rigore e la brevità della cerimonia mi hanno convinta. Per quanto la prima guerra mondiale sia qualcosa che ho sentito raccontare da mia nonna, e già per lei è solo un ricordo raccontato da altri, che ho studiato malvolentieri sui libri di scuola e conosciuto attraverso qualche film, trovo che la severità che ci ha in qualche modo trasmesso sia un patrimonio da non disperdere. Ieri i nostri politici sono rimasti silenziosi, hanno tenuto un comportamento tra le righe. Non è cosa da poco, considerata l’imminenza delle elezioni. Di fronte alle guerre di oggi, trasmesse in diretta e vissute a colori, quella Grande Guerra antica di quasi un secolo te la immagini in bianco e nero. Te la immagini senza sole ed i ragazzi di allora avevano già lo sguardo da uomini. Era forzato. Era troppo serio. Poi il mondo è cambiato. Dell’11 settembre 2001 abbiamo visto tutto tutti. Sembrava la versione super aggiornata di Kong Kong. Tra ieri e quel 4 novembre 1918 c’è stata un’altra guerra mondiale, una guerra fredda e mille altre guerre dimenticate. Solo per riflettere un minuto di più su quella del 15-18, riporto il testo del Bollettino della Vittoria, il documento ufficiale emesso dal Comando Supremo che annunciava la disfatta nemica. Il testo, fuso nel bronzo delle artiglierie catturate al nemico, è esposto in tutte le Caserme d'Italia. Ovunque sia a portata, senza cioè il bisogno di arrampicarsi su sedie o scale per raggiungerlo, l'unica parte sempre lucida sono state le parole "...è finita." divenute profetiche per generazioni di militari di leva.
Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.
?La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuna divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.?La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. ?Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.
?L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecento mila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinque mila cannoni.
?I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

Maria Corsetti


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