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Latina. Doolin Street. Maria Corsetti: «Io come è noto non amo gli artisti locali. Ma questa volta credo di stare dalla parte di Grassucci»
Caro Mauro, volevo scrivere in risposta a Barbareschi sugli artisti locali.
Per una volta volevo difenderli. Poi, ieri sera ho letto in anteprima il pezzo che Lidano Grassucci ha scritto per Il Territorio ed ho capito che era già stato detto tutto.
Voglio solo aggiungere che - sebbene io notoriamente non ami gli artisti ed in particolar modo quelli locali – ho sempre riconosciuto l’esistenza di grandi talenti nella nostra città e nella nostra provincia. In particolare da noi ci sono ottimi attori e registi. Forse Barbareschi ha guardato un po’ troppo dalle sue parti quando si è riferito a “cani e porci”. Per quello che mi riguarda la stagione teatrale era molto più bella quando la organizzava Carlo Fino, impiegato del Comune con la passione del teatro. Oggi Carlo è andato in pensione e mi dispiace. Era un po’ egocentrico, ma - oltre allo stipendio che certo non era quello dell’ingaggio di Barbareschi – chiedeva di essere preso un po’ in considerazione. Amava, ed ama ancora, chiamare i grandi per nomi. “Ieri ho sentito Giorgio (Strehler)”, “Devo telefonare a Mario (Martone)”, “Maddalena (Crippa) è una ragazza simpatica”. Carlo Fino a Latina ha fatto arrivare nomi come Nekrosius o Living Theatre a cinque euro. Con Barbareschi ci becchiamo la serata di gala ad inviti che si stanno tutti strappando i capelli per dire “io c’ero” quel 14 novembre con i vip. Barbareschi s’è beccato pure il pezzo da Giulia Rodano, assessore regionale alla Cultura, che ha rimandato al mittente le accuse di non erogare fondi per Latina in quanto città di centro-destra. Mi pare che fino all’altro ieri in Regione c’era qualcun altro al governo. Senti Luca, per dirla alla Carlo Fino, ma perché non te ne stai a casa tua? Caro Mauro, comunque io un salto al gran galà quasi quasi ce lo faccio.
Maria Corsetti
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