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Roma. Morte di un Commesso Viaggiatore. Eros Pagni: «Un testo dalla forte attualità. A pochi mesi dalla scomparsa di Arthur Miller»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Eros Pagni.
Al Teatro Quirino
un testo del teatro contemporaneo americano, Morte di un commesso viaggiatore, che viene
proposto a pochi mesi dalla scomparsa del suo autore Arthur Miller (1915-2005) nella
nuovissima traduzione di Masolino d'Amico e in un allestimento esaltato dalla presenza
di Eros Pagni nel ruolo del protagonista. Vecchio e stanco, Willy Loman non riesce più
a tenere il passo di un lavoro stressante e, nonostante l'amorosa assistenza della moglie
Linda, sta perdendo l'ottimismo nel quale ha insistentemente cresciuto i figli Happy e
Biff. Questi a loro volta non cessano di rimproverargli il naufragio dei suoi ideali e
il grigiore del loro vivere quotidiano. Tra liti, momenti di sconforto e brevi guizzi
di speranza, il sogno americano naufraga e poco lontano si vede ormai il baratro della
povertà, cui Willy decide infine di contrapporre un estremo rimedio. Scritto nel 1949 e
rappresentato in tutto il mondo, Morte di un commesso viaggiatore è un dramma costruito
su uno sfondo psicologico essenzialmente realistico, ma aperto nella sua struttura
drammaturgica (caratterizzata da flash-back e improvvisi squarci onirici) a valenze
simboliche e universali che ne hanno garantito nel tempo una costante e forte attualità.
Emblema della sconfitta del mito americano, Willy Loman non sa arrendersi all'evidenza
del proprio declino professionale e predispone al fallimento anche la vita dei figli.
Dinanzi alle accuse del figlio Biff, che un giorno lo sorprese con l'amante, la sua
mente vacilla e confonde sempre più il presente e il passato, l'esistenza e il suo
ricordo. Finisce così col corteggiare la propria rovina, in un patetico processo di
colpevole illusione, che si oggettiva nella tragedia dell'uomo comune in una società
che favorisce le sue speranze e poi si dimentica di lui, lo sfrutta e poi lo mette da
parte, facendo del successo materiale la misura della dignità umana.
Il clamoroso successo della prima rappresentazione d Morte di un commesso viaggiatore
(Death of a Salesman), avvenuta a Broadway nel febbraio 1949 con la regia di Elia Kazan
e l'interpretazione di Lee J. Cobb, aprì ad Arthur Miller la via del riconoscimento
internazionale e al testo quella della circuitazione sui palcoscenici di tutto il mondo.
In Italia, Morte di un commesso viaggiatore debuttò nel 1951 con la messa in scena di
Luchino Visconti, che dirigeva Paolo Stoppa, Rina Morelli, Giorgio De Lullo, Marcello
Mastroianni e Franco Interlenghi. Rappresentata in tutto il mondo, dall'America Latina
all'Europa e dal Canada alla Cina (dove la regia fu firmata dallo stesso Arthur Miller),
la commedia ha avuto nel corso degli anni anche numerose versioni cinematografiche, tra
le quali le più celebri sono quella con Fredric March del 1951 (regia di Laszlo Benedek)
e, nel 1985, quella con Dustin Hoffman (regia di Volker Schlöndorff). Il successo
teatrale della pièce di Miller non ha mai avuto momenti di crisi e anche recentemente
ha trionfato a Londra in uno spettacolo con Brian Dennehy nel ruolo del protagonista.
Elisabetta Rizzo
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