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Latina. La cultura dell'eccellenza. Luca Barbareschi: «Polemiche inutili e strumentali». Michele Placido: «Una città concorrenziale con Roma»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Luca Barbareschi, direttore artistico del Teatro
di Latina. Con lui Michele Placido, in occasione del Gran Galà al D'Annunzio di lunedì sera.
Proprio dal nostro quotidiano è nata una polemica, in seguito ad alcune sue dichiarazioni.
«Una polemica inutile. I progetti su Latina sono enormi. Molti artisti di Latina stanno
già lavorando. Il mio sogno, e lo avevo già detto, è quello di creare un teatro stabile
qua, con gente di qua, ma per questo ci vuole tempo e denaro». E quindi le sue dichiarazioni
andavano interpretate come una sottolineatura dell'eccellenza... «Sì, l'eccellenza è
fondamentale». Ed interviene Placido: «Se uno fa le cose con passione, la qualità arriva».
Barbareschi: «Io e lui non siamo amici. Non siamo mai andati a cena. Ma ci stimiamo
e questa è l'unica cosa che conta. Un sostegno tra chi ama questo mestiere. Qualcosa
che impari giorno dopo giorno, non ci sono scorciatoie». Una cultura di serie A
che si può fare ovunque, per tornare alla polemica, non solo Roma o Milano?
Placido: «Che c'entra, io vengo da un paese. Poi la passione mi ha portato all'Accademia
Nazionale di Arte Drammatica. Ecco, quando hai una grande etica e un po' di pazienza...
Qualcosa ottieni. Per esempio incontrare me o Barbareschi».
Ieri abbiamo proposto su ParvapoliS un'intervista ad Eros Pagni che al Quirino di Roma
sta proponendo una bellissima "Morte di un commesso viaggiatore". Quanto è importante
essere spettatori? Placido: «Salieri, dice un'opera contemporanea, non poteva uccidere l'arte.
Tu non puoi uccidere il bello, il sublime. Puoi soltanto ammirarlo». Barbareschi:
«Io sono stato da Eros Pagni e alla fine dello spettacolo sono andato in camerino e gli
ho detto: mi sono commosso. Non c'è niente da fare, tu cresci sono se hai davanti qualcuno
più grande di te. Io perché adesso sto portando in Europa "Amadeus" con la regia di Roman
Polanski? Perché guardavo i suoi film e dicevo: cavolo, questo è più bravo di me. Uno va
a sfidare qualcuno più in alto di lui. Certo, con un po' di invidia. Ma è una bile
buona, sana». Latina può e deve puntare in alto? Placido: «Nell'Italia centrale è una
delle città importanti su cui puntare. Sotto Firenze io escluderei persino Roma.
Sono quei palcoscenici che si distinguono dal deserto culturale. Io personalmente qui
ho fatto il film di Michele Soavi e altre due o tre cose. E c'è gente che ti ama
e che collabora. Un'alternativa anche a Roma». Barbareschi: «Ci sono 500mila anime
in questo territorio. Ma non solo, perché è un anello importante tra Roma e Napoli».
Elisabetta Rizzo
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